ROMA. Il debito delle amministrazioni pubbliche è calato a giugno di 14,6 miliardi, attestandosi a 2.203,6 miliardi, dopo che a maggio aveva toccato un nuovo record. Lo comunica la Banca d’Italia nel supplemento al bollettino statistico. Si tratta della prima diminuzione dopo 5 mesi di rialzi consecutivi. Ed è stata sostanzialmente uguale all’avanzo di cassa del mese (14,5 miliardi). Complessivamente, spiega Bankitalia, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, il lieve apprezzamento dell’euro e gli scarti di emissione hanno diminuito il debito per 0,1 miliardi. Per quanto riguarda i sottosettori, la Banca d’Italia rileva che a giugno il debito delle amministrazioni centrali è diminuito di 12,1 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 2,4 miliardi, il debito degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. Nei primi sei mesi dell’anno, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 68,7 miliardi, il fabbisogno complessivo è stato pari a 18,5 miliardi mentre le disponibilità liquide del Tesoro sono aumentate di 54,5 miliardi. Meno debito, ma anche meno incassi fiscali segnala il rapporto di palazzo Koch. Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato a giugno sono state pari a 41 miliardi, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2014 (42,7 miliardi). A gennaio-giugno afferma la Banca d’Italia, le entrate tributarie sono state pari a 187,1 miliardi ( contro i 188,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso). Oggi l’Istat diffonde i dati del Pil del secondo trimestre, che si teme certifichi una crescita ancora lenta. Il +0,3% con cui ha chiuso il primo trimestre, aveva fatto intravedere una svolta, ma con le ultime turbolenze sui mercati valutari per la svalutazione cinese, c’è il rischio di un contenimento della crescita. Gli analisti puntano su un aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. L’Istat un +0,2%.
Fabio D’Amora