Le attese delle famiglie sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro sono migliorate. Rispetto alla rilevazione condotta tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, il saldo delle risposte relative alle prospettive generali dell’Italia, pur restando negativo, è fortemente aumentato. E’ quanto emerge dalla quinta edizione dell’indagine straordinaria sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia.
La percentuale di famiglie che si attende un peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita di 8 punti percentuali, portandosi al 38 per cento, il valore più basso dall’avvio della rilevazione nella primavera del 2020.
Anche le aspettative sul mercato del lavoro nei successivi dodici mesi sono divenute più favorevoli.
Le attese sulla situazione economica familiare sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a inizio anno: oltre il 70 per cento dei nuclei si attende per il 2021 un reddito in linea con quello percepito nel 2020; circa un sesto ritiene che sarà inferiore. I nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato continuano a essere più pessimisti rispetto a quelli con dipendenti e pensionati, ma il divario si attenua.
Come nella precedente edizione dell’indagine, il 30 per cento delle famiglie dichiara di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia; il peggioramento delle condizioni reddituali è ancora mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra marzo e aprile del 2021 ne avrebbe beneficiato poco più di un quinto dei nuclei.
La maggior parte delle famiglie ritiene che il valore delle proprie attività finanziarie nel 2020 sia rimasto stabile; un terzo sostiene che sia diminuito, quota che raggiunge il 40 per cento tra quelle il cui capofamiglia è occupato nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia (ristorazione, turismo, commercio al dettaglio) e raddoppia tra coloro che hanno riportato una riduzione del reddito rispetto a prima dell’emergenza sanitaria.