Il 2013 per l’Italia sarà un anno ancora difficile, con le stime che vogliono il Pil ancora in ribasso, anche se viene comunque confermata l’uscita dala recessione. E’ quanto prevede Banca d’Italia che ricorda le previsioni dei principali analisti: -2,4% nel 2012, in linea con il governo, e -0,7% nel 2013 contro il -0,2% del governo.
Secondo tale studio in Italia si riduce anche il costo del credito e i tassi applicati dalle banche a famiglie e imprese, i quali restano “superiori alla media dell’area” euro. I “criteri di concessione” dei prestiti “sono più favorevoli rispetto a quelli assai restrittivi di inizio anno”.
Per quanto riguarda l’occupazione invece, questa si mantiene stabile nel secondo trimestre “ma l’aumento dell’offerta di lavoro – concentrato tra i giovani, le donne e nelle regioni meridionali – ha sospinto il tasso di disoccupazione sopra il 10 per cento” (10,5%). Il “peggioramento è stato ancora più marcato per la fascia di età 15-24, in cui il tasso di disoccupazione è salito di 6,6 punti percentuali, attestandosi al 33,9”.
Per la Banca d’Italia il nostro Paese “sta registrando nella media del terzo trimestre una flessione appena superiore al mezzo punto percentuale. La produzione, stazionaria in luglio, ha segnato un recupero in agosto (1,7 per cento) che tuttavia va interpretato con cautela a fronte della forte instabilità che negli anni recenti ha caratterizzato la componente stagionale nei mesi estivi”.
Per questo motivo la Banca d’Italia invita il governo a “procedere con decisione e tempestività nell’attuazione delle misure già adottate per favorire la ripresa”. Nel bollettino economico Via Nazionale rileva come “a un più rapido ritorno alla crescita può contribuire un miglioramento delle condizioni del credito e del clima di fiducia” mentre ” nelle ultime settimane sono stati adottati ulteriori provvedimenti, che mirano a rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e a favorire lo sviluppo di imprese innovative”.