“Banca d’Italia mette il sigillo definitivo: le politiche fiscali del governo Meloni garantiranno un aumento del reddito disponibile delle famiglie italiane e ne beneficeranno tre nuclei su quattro’’.
“Bankitalia certifica che la strada del governo Meloni è quella giusta. Addirittura tre famiglie su quattro potrebbero ricevere benefici attraverso le modifiche alle aliquote contributive e all’Irpef contenute nella manovra – dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti – . Questa misura, infatti, apporterebbe un incremento del reddito disponibile familiare di circa 600 euro all’anno rispetto alla legislazione vigente. Attendiamo con curiosità le reazioni scomposte di una sinistra che non fa altro che lamentarsi, costretta – per fortuna degli italiani – ad assistere alla concretezza dei provvedimenti del governo Meloni
Giudizio positivo, quindi, quello che arriva di Bankitalia sulla manovra economica al vaglio del Parlamento, non senza qualche richiamo sul fronte del debito e sulla necessità di rendere strutturali alcune misure fiscali, come il taglio del cuneo sul costo del lavoro. Nell’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il vice capo del dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, Andrea Brandolini, si è soffermato in particolare sugli interventi di redistribuzione fiscale del governo Meloni. ”Le modifiche alle aliquote contributive e all’Irpef comporterebbero un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione vigente dell’1,5% in media nel 2024 (circa 600 euro annui)”. A giudizio di Brandolini, ”l’aumento è attribuibile per due terzi all’esonero contributivo, per la restante parte alle modifiche dell’Irpef”.
“Lo sgravio contributivo, la voce che assorbe più risorse nell’attuale manovra, ha natura transitoria, come nello scorso biennio, con un impatto limitato al prossimo anno. Per evitare di dover ricorrere tra un anno a bruschi aumenti delle aliquote contributive o a nuovi scostamenti di bilancio, sembra opportuno definire nei prossimi mesi l’orientamento per il medio termine’‘, è la richiesta formulata al governo dalla Banca d’Italia, Andrea Brandolini, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. ”Se resa permanente, tale riduzione degli oneri previdenziali a carico dei lavoratori modificherebbe il nesso tra contributi versati e benefici erogati alla base del sistema pensionistico contributivo, con conseguenze che andrebbero attentamente valutate”, sottolinea palazzo Koch.
“Le nuove informazioni non alterano le valutazioni pubblicate lo scorso ottobre dalla Banca d’Italia, secondo le quali la crescita del prodotto si attesterebbe allo 0,7% quest’anno. In un contesto di elevata incertezza, sono significativi i rischi al ribasso associati alle tensioni geopolitiche, rafforzate dal conflitto in Medio Oriente, e all’irrigidimento delle condizioni di finanziamento”, aggiunge il vice capo del dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia. La minaccia, però, resta sempre il debito. “‘La decisione di attuare una manovra espansiva, associata a un piano di privatizzazioni”, implica che il rapporto tra il debito pubblico e il pil ”scenda solo marginalmente nel prossimo triennio. L’elevato livello del rapporto è un elemento di vulnerabilità per il Paese’‘.
Palazzo Koch spiega che la decisione di andare in questa direzione ”riduce gli spazi di manovra per fronteggiare eventuali shock avversi e alza il costo del debito anche per i prenditori privati, con effetti negativi sulla competitività dell’intera economia italiana”.
Bankitalia si è soffermata anche sul tema sanità. “Le tendenze illustrate nella Nadef e l’aumento del finanziamento al Servizio sanitario nazionale indicano che la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil nel prossimo triennio diminuirebbe gradualmente, al di sotto del livello medio nel quinquennio precedente la pandemia (6,5%). In prospettiva, l’invecchiamento della popolazione italiana, tra i più pronunciati al mondo, e l’associata diffusione di patologie croniche genereranno ulteriori pressioni per un incremento dell’offerta pubblica di prestazioni sanitarie”, ha detto Brandolini, che promuove il nuovo meccanismo di assistenza territoriale. “Secondo l’evidenza disponibile, il potenziamento della medicina territoriale, ossia l’erogazione di prestazioni al di fuori degli ospedali da parte di medici e pediatri di base, ambulatori e consultori, potrebbe avere un impatto favorevole sulle condizioni di salute della popolazione più fragile e sui costi complessivi della sanità pubblica. Questa evoluzione – ha aggiunto – è una delle linee prioritarie di intervento nella missione del Pnrr dedicata alla salute”.ù
La riforma dell’Irpef sommata al taglio dei contributi consentirà alle famiglie di avere in media 1.112 euro nel 2024; l’incremento scende a 800 per persona, ha poi aggiunto l’Istat, nel corso dell’audizione sulla manovra svolta nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, a conferma di quanto stimato da Bankitalia.