‘Mi occupo in verità di altre cose. Non devo occuparmi delle troppe cose che ogni giorno capitano e che sono deplorevoli’, l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde così ai cronisti che al Senato gli chiedono un commento alla mozione del Pd sulla Banca d’Italia approvata ieri alla Camera
‘Incomprensibile ed ingiustificabile’. Così Walter Veltroni giudica il documento presentato ieri dal Pd contro il governatore Visco. Da sempre la Banca d’Italia, ha detto Veltroni ad un cronista dell’Ansa che lo ha interrogato sulla vicenda, è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l’intero paese. Per questo mi appare incomprensibile e ingiustificabile la mozione parlamentare del Pd’.
Quando si tratta di questioni che hanno a che fare con il risparmio dei cittadini e con la stabilità del sistema bancario bisogna sempre usare il massimo della prudenza possibile. E questo significa che di mozioni di questo tipo meno se ne fanno e meglio è, ha detto il presidente dei senatori Dem, Luigi Zanda, conversando con i cronisti a Palazzo Madama a proposito della mozione di ieri del Pd sulla Banca d’Italia.
Silvio Berlusconi rispondendo a una domanda sulla mozione del Pd sulla Banca d’Italia, ha commentato: ‘Non mi meraviglia. E’ proprio della sinistra voler occupare tutti i posti dopo l’elezione. Ora fanno passi avanti e vogliono occuparli anche prima’.
Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia il 31 ottobre conclude il suo mandato alla guida di palazzo Koch. A sorpresa i Dem ieri presentano una mozione alla Camera in cui sostanzialmente si chiede di non rinnovare l’incarico all’attuale governatore. Una mossa che porta ad un vero e proprio scontro tra palazzo Koch e il partito Democratico.
Nei controlli sulle banche c’è stato una sorta di scarica barile, ha denunciato il procuratore capo di Milano Francesco Greco. In audizione alla commissione bicamerale di inchiesta sulle banche Greco ha detto che della riforma delle autorità di vigilanza si parla da molto tempo, è difficile districarsi: bisogna decidere chi deve fare certe cose e chi no, perché c’è anche un accavallamento con la Bce, c’è una sorta di scaricabarile. Il sistema non è chiaro, per districarsi tra le autorità di vigilanza tra poco ci vuole un Tom Tom.
In realtà il caso Bankitalia, il giorno dopo, continua a scuotere il Pd. Col segretario che difende la scelta del gruppo alla Camera di ‘sconfessare’ il Governatore in carica Ignazio Visco, e il partito, ma non solo, che invece si divide.
Matteo Renzi tiene il punto e motiva ancor più chiaramente il peso della mozione Pd approvata ieri e su cui è calato da subito il gelo del Quirinale: ‘Doveva rimanere agli atti che il Pd non si assume alcuna responsabilità sulla conferma del Governatore Ignazio Visco. Se qualcuno vuol raccontare che in questi anni nel settore banche non è successo niente, non siamo noi, perché è successo di tutto. È mancata evidentemente una vigilanza efficace. C’è bisogno di scrivere una pagina nuova. Ci sono stati dei manager che hanno preso soldi e non hanno lavorato con professionalità, ci sono persone che hanno visto venir meno i loro crediti ed è toccato a noi intervenire per rimediare ai disastri causati da altri e ciascuno si assumerà la sua responsabilità’.
In realtà la mossa del Pd è stata definita irrituale perché il Parlamento è formalmente escluso dal processo di scelta del governatore. Questa spetta infatti a un decreto del Presidente della Repubblica, che lo individua su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri – su deliberazione del Cdm stesso – sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Lo stesso iter deve essere intrapreso in caso di revoca del mandato al numero uno di via Nazionale.
Dopo la riforma del 2005 la durata in carica del governatore e del suo direttorio è indicata in sei anni ed è possibile un solo rinnovo. In precedenza, non c’erano limiti temporali al mandato. Il direttorio (che si compone del governatore, del direttore generale – Salvatore Rossi – e dei tre vice – Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Sannucci -) prende i provvedimenti che esplicano le funzioni di Bankitalia, a lei attribuiti dalla legge (assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria).
La pressione intorno a Palazzo Koch è montata negli ultimi mesi, quando le molte crisi bancarie italiane sono venute al pettine. Nella prima versione della mozione del Partito democratico che ha di fatto sfiduciato Visco, poi sfumata per intercessione del governo, si leggeva infatti che le ripetute situazioni di crisi o dissesto avrebbero potuto essere mitigate da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione delle crisi bancarie e di esercizio dei correlati poteri sanzionatori. Questa di fatto l’accusa di fondo, valida per tutte gli scandali bancari.
Il governatore era finito già sotto il fuoco di Matteo Renzi, che poche settimane prima al Foglio palesava la sua avversione verso i vertici di Bankitalia e Consob dicendo delle problematiche bancarie: ‘Se c’è un motivo per cui sono contento che la legislatura vada avanti fino ad aprile 2018 è che avremo molto tempo per studiare i comportamenti di tutte le istituzioni competenti. Cioè, competenti per modo di dire’.
Sosteneva Renzi che non vedeva l’ora che la Commissione d’inchiesta parlamentare iniziasse a lavorare, cosa che però è stata tirata per le lunghe fino al debutto di queste ore. Chiara anche ieri la linea di difesa di via Nazionale, filtrata a caso-Visco scoppiato. In sintesi, con riferimento alla Vigilanza ‘in questi anni segnati dalla più grave crisi economica della storia moderna d’Italia, via Nazionale ha difeso il risparmio nazionale limitando i danni. Questi non potevano non esserci, data la gravissima condizione dell’economia; alcuni casi di gestione bancaria cattiva o criminale, sono stati contrastati per quanto consentito dalla legge e, quando opportuno, segnalati alla Magistratura’. In ogni caso, Bankitalia dice di aver agito in contino contatto con il governo.