Barbara Palombelli è intervenuta a Quarto Grado replicando alle critiche che hanno scatenato una rivolta sul web e non solo: nel corso della puntata di Forum del 16 settembre, è accaduto un fatto quantomai gravoso. Quando si parla di violenza sulle donne, c’è il rischio di scadere nel banale “sentito dire”. Quando si toccano temi importanti, ci si può scottare, ed è quanto accaduto alla Palombelli, che già sin dai tempi del discorso a Sanremo aveva fatto discutere, ma non così tanto.
“Sono sempre stata in prima linea contro la violenza sulle donne. La puntata di Forum andava mostrata dall’inizio alla fine. Abbiamo avuto un’esperta che ci ha mostrato i gradi di comportamento violento”. La Palombelli ha ammesso che le critiche le hanno procurato un “grande malessere”, e che le è dispiaciuto leggere di donne (e anche uomini) che si sono sentite offese.
Nonostante il suo desiderio di “essere una donna dalla parte delle donne“, la chiave di lettura durante la puntata di Forum ha a dir poco ferito e offeso chi questi atteggiamenti li ha vissuti. Chi oggi non c’è più, chi non può replicare ai cosiddetti “comportamenti esasperanti” messi sul piatto dalla Palombelli. “È lecito domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa, oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo”.
Tante, troppe volte, i social media sono diventati una cloaca di odio, rabbia, risentimento, rancore. Le critiche mosse verso Barbara, però, hanno raccolto anche storie di un certo peso. Vissuti di donne che si sono ritrovate a fronteggiare la violenza. La replica alle critiche della Palombelli è avvenuta tardi, e non ci riferiamo al tempo. Tale pensiero non può e non deve mai passare. Non ci servono giustificazioni. Non abbiamo bisogno di scusanti.
“Dobbiamo però fare tutti un passo avanti, capire come prevenire l’escalation di un comportamento che può degenerare”. L’intervento della Palombelli a Quarto Grado si è concluso con questa frase. Da quando è cominciato il 2021, si contano ad oggi le morti di ottantatré donne, sette negli ultimi dieci giorni. Un dato che dovrebbe non solo preoccupare, ma attivare immediatamente le istituzioni in merito. Perché siamo stanche di leggere sui giornali i nomi delle nostre sorelle che non ci sono più. Siamo stanche di avere paura, dell’amore travestito da “esasperazione”.
In risposta alla Palombelli, sono arrivate anche molte storie crude, come quella di Patrizia Cadau, che ha condiviso non solo il suo sfogo, ma una foto mostrando il maltrattamento domestico subito. Ecco perché è tardi per chiedere scusa, per replicare, per rispondere. Perché il messaggio non sarebbe mai dovuto passare.
‘Grande polemica sulla dichiarazione di Barbara Palombelli, la quale durante la puntata dello Sportello di Forum ha commentato così i femminicidi degli ultimi giorni: “Questi uomini erano completamente fuori di testa, obnubilati oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte?”. Ne è nato un linciaggio social e mediatico che ha portato la conduttrice sulla graticola.
Male ha fatto la Palombelli a porsi questa domanda perché l’universo mondo, da Massimo Gramellini a Chiara Valerio, sono lì che se la prendono con la conduttrice. Io sono dell’idea che tutte le domande si possono porre e devo semplicemente notare come la Palombelli sia vittima di quella cultura, la stessa che sul lockdown mi ha visto vittima, del conformismo della stampa. Ricordo benissimo quando lei chiese scusa per conto mio al sindaco di Forte dei Marmi perché mi ero permesso di dire che le sue erano norme da sceriffo.
Oggi lei è vittima più o meno della stessa cultura: cioè di quelli che non ragionano e l’attaccano per partito preso semplicemente perché si è posta una domanda in un contesto come quello di Forum. È evidente che la Palombelli non pensa che una donna ammazzata se la sia cercata, questo lo capisce anche un bambino. Ma il marchio di Rete4 evidentemente anche alla Palombelli non fa bene e soprattutto non fa bene ai cervelli di coloro che le attribuiscono questo retropensiero. Così come era evidente la mia libertà di poter dire che il sindaco di Forte dei Marmi era uno sceriffo gonfio di palloni d’aria, anzi di elio’, osserva Nicola Porro.