Agenti della polizia di dogana francese fotografati stamane a Bardonecchia, 31 marzo 2018. Sono piombati armati nella sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, dove opera Rainbow4Africa. E, di fronte allo stupore di medici e volontari, hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. E' un vero e proprio sconfinamento quello compiuto la scorsa sera da cinque agenti delle dogane francesi. A denunciarlo l'associazione che assiste i profughi che sempre più numerosi scelgono le Alpi per tentare di oltrepassare la frontiera. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Bardonecchia, blitz agenti francesi in centro migranti

Irruzione degli agenti della Dogana Francese, venerdì sera, nella sala della stazione di Bardonecchia dove opera la ong Rainbow4Africa, che assiste i migranti che tentano di passare la frontiera delle Alpi per raggiungere la Francia. Lo ha denunciato la stessa associazione: ‘Un presidio sanitario è luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra’, sostengono i volontari, che parlano di comportamento irrispettoso dei diritti umani nei confronti di un ospite nigeriano.

Ecco cosa è accaduto: alcuni agenti della polizia della dogana francese sono entrati armati nella sala dell’associazione intorno alle 21 di sera con un migrante prelevato da un treno appena arrivato in stazione. Hanno intimato ai volontari di fargli usare il bagno per costringere il migrante a sottoporsi alle analisi delle urine. I volontari presenti hanno provato a chiedere spiegazioni ma senza successo.  Quando il test è risultato negativo hanno detto al nigeriano che poteva andare dopo aver recuperato le sue cose in stazione.

Il caso rischia di diventare anche diplomatico: tra i politici che parlano di ingerenza inaccettabile anche la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli: ‘Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre Forze dell’Ordine’.

‘Già scaricano sul nostro Paese tutto il peso dell’immigrazione e dell’emergenza profughi ora non vengano a far valere i loro distintivi a casa nostra. Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile. Siamo contrari a questa gestione del problema profughi da parte di un’Europa lavativa e sappiamo peraltro che dietro le richieste di asilo troppe volte c’è il tentativo di eludere la normativa sull’immigrazione clandestina ma dopo il danno di essere lasciati soli non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette’.

 Interviene la Farnesina: ‘Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione’. Il ministero degli Esteri convoca, quindi, l’ambasciatore francese a Roma.

Ma Parigi rivendica la legittimità dell’intervento in Italia. Il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri, in un comunicato, afferma: ‘Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone’.

Secondo il leader della Lega, Matteo Salvini,   i diplomatici francesi devono essere cacciati. E Di Maio plaude alla Farnesina per la convocazione dell’ambasciatore.

Il Direttore Generale per l’Ue, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore francese la ferma protesta del governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile, e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni. Si tratta di un grave atto, considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri e che mette in discussione il suo funzionamento.

Il ministero degli Interni, intanto, sta valutando l’opportunità di sospendere le ‘incursioni’ all’interno di tutto il territorio italiano da parte del personale delle forze di polizia e dei doganieri francesi. Lo si apprende da qualificate fonti del Viminale dove si giudica la risposta arrivata dal ministro francese dei conti pubblici sul caso Bardonecchia ‘non soddisfacente e inesatta’.

Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia nonostante la neve e il gelo. E nonostante la rigidità delle autorità francesi.

E’ dei giorni scorsi la notizia della guida alpina francese indagata per avere aiutato una migrante incinta. A denunciare l’episodio sempre Rainbow4Africa, la stessa associazione che nelle scorse settimane ha assistito un’altra donna incinta e malata, respinta al confine, morta dopo un parto miracolo all’ospedale Sant’Anna di Torino.

Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione.

Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni,  commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa, Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti.

All’attacco anche il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: ‘Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più.  Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori, i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. E’ uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza’.

 

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