L’opulenza orchestrale di Richard Strauss fa il suo ritorno al Costanzi con Salome, opera in un atto dal dramma omonimo di Oscar Wilde. Diretta da Marc Albrecht con la regia di Barrie Kosky che ritorna nel massimo romano dopo un sensazionale Flauto Magico del 2018.
Come dice lo stesso regista Salome è una donna-bambina, una figura ambigua che racchiude in sé una strana combinazione di religione, fisicità ed erotismo. “Il primo impulso è stato quello di togliere tutto ciò che non ritenevo importante, compresa la scenografia. L’opera deve essere spogliata per dare l’opportunità allo spettatore di concentrarsi sull’interprete, sul testo e sulla musica e per far sì che si guardi e si ascolti l’opera in un modo nuovo.”
La scena viene insolitamente svelata dal sollevamento del sipario tagliafuoco, quello che si rivela agli occhi del pubblico è un unico grande ambiente nero, vuoto o meglio svuotato, una scatola con al suo interno la protagonista di spalle, vestita di bianco con uno scenografico copricapo piumato che ricorda gli anemoni di mare, esseri che come Salome possono essere meravigliosi e pericolosi allo stesso tempo.
L’impressione è da subito quella di assistere ad un momento performativo, Lise Lindström vive con consapevolezza lo spazio illuminata da un fascio di luce che sarà unico per tutta la rappresentazione e riuscirà ad evidenziare ogni attimo narrativo con precisione estrema. L’allestimento di Barrie Kosky è essenziale, destrutturato, tutti gli accenti interpretativi sono posti sui personaggi, sulle loro voci, sul testo, sulla narrazione.
Il Maestro Marc Albrecht parlando di quanto sia dirompente quest’opera di Strauss, in una recente intervista ha dichiarato: “Si tratta di uno shock fortemente voluto e calcolato, che ha il preciso intento di sconvolgere quella che era la società di 120 anni fa. Questo è evidente anche per la scelta dei soggetti. In questa opera si parla di desiderio sessuale, di necrofilia e di incesto.”
La celebre danza dei sette veli è ripensata totalmente, la protagonista è seduta a gambe divaricate e in una sorta di seduzione scomposta fa fuoriuscire una lunghissima ciocca di capelli dal suo sesso in un crescendo di tensione erotica che si conclude solo alla fine del lungo intervento orchestrale.
La scena finale con il tanto anelato bacio è di grandissimo impatto sia drammaturgico che musicale, raccapricciante nella sua concretezza, risulta sconvolgente ma allo stesso tempo esercita un fascino magnetico e catalizzante.
Lise Lindström è una straordinaria Salome, ruolo difficile sia dal punto di vista interpretativo che vocale, dotata di salda tecnica e grande volume, coinvolge e stupisce. Al suo debutto sul palco romano che potrà però vederla ancora in estate a Caracalla per Turandot. Ottimo e sonoro timbro per il Giovanni Battista (Jochanaan) di Nicholas Brownlee. John Daszak nei panni di Erode mostra sicurezza scenica e buon suono, così come Erodiade interpretata da Katarina Dalayman. Complessivamente tutto il numeroso cast si mostra vocalmente ben omogeneo, aspetto non sempre scontato ma sicuramente necessario per sostenere un’opera di questo tipo.
La direzione di Marc Albrecht, specialista del repertorio, è sontuosa, ricca, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma viene condotta con grande sapienza e bellissima sonorità.
Salome è un’opera di straordinaria bellezza musicale e di indiscusso fascino narrativo, sottolinea aspetti ritenuti comunemente proibiti e deprecabili e proprio per questo attrae e cattura. Barrie Kosky privando la narrazione di artifici scenici riesce ad ottenere la massima concentrazione del pubblico permettendogli di entrare nel racconto in maniera totale.
SALOME
Musica di Richard Strauss
Opera in un atto dal dramma di Oscar Wilde
Prima rappresentazione assoluta: Hofoper, Dresda, 9 dicembre 1905
Prima rappresentazione al Teatro Costanzi: 9 marzo 1908
DIRETTORE Marc Albrecht
REGIA Barrie Kosky
SCENE E COSTUMI Katrin Lea Tag | LUCI Joachim Klein| DRAMMATURGIA Zsolt Horpácsy
Personaggi e Interpreti: ERODE John Daszak | ERODIADE Katarina Dalayman | SALOME Lise Lindström | JOCHANAAN Nicholas Brownlee | NARRABOTH Joel Prieto | UN PAGGIO DI ERODIADE Karina Kherunts | PRIMO EBREO Michael J. Scott | SECONDO EBREO Christopher Lemmings | TERZO EBREO Marcello Nardis | QUARTO EBREO Eduardo Niave* | QUINTO EBREO Edwin Kaye | PRIMO NAZARENO Zachary Altman | SECONDO NAZARENO Nicola Straniero* | PRIMO SOLDATO Zachary Altman | SECONDO SOLDATO Edwin Kaye | UN UOMO DI CAPPADOCIA Alessandro Guerzoni / Daniele Massimi 10, 14 marzo | UNO SCHIAVO Giuseppe Ruggiero
*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
ALLESTIMENTO OPER FRANKFURT
Ph. Fabrizio Sansoni
Teatro dell’Opera di Roma – Piazza Beniamino Gigli – Roma
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Loredana Margheriti