Il giudice Luiz Fux ha concesso a Battisti una misura cautelare per la quale l’ex membro del Proletari Armati per il Comunismo non potrà essere estradato dal Paese finché la stessa Alta Corte non avrà emesso un parere sulla richiesta di Habeas corpus presentata dai suoi avvocati. È previsto che il Supremo Tribunale Federale si riunisca per esaminare il caso il prossimo 24 ottobre.
Cinque magistrati del Stf si riuniranno per decidere sulla richiesta presentata nel settembre scorso dagli avvocati di Battisti, nella quale sostenevano che il governo di Temer aveva accordato in segreto con quello italiano la sua estradizione.
La decisione arriva nel giorno in cui il ministro della Giustizia brasiliano Torquato Jardim, aveva accusato Battisti di aver ‘rotto il rapporto di fiducia’ con il Paese sudamericano, dove l’ex membro dei Pac risiede dal 2010 grazie all’asilo politico concesso dall’ex presidente operaio, Luiz Inacio Lula da Silva. Un decreto, quello firmato da Lula, che venne approvato nel 2011 dalla Tribunale Supremo del quale anche allora faceva parte Lux, che si schierò a favore. Battisti, aveva detto Jardim in un’intervista a Bbc Brasil, ‘ha cercato di uscire dal Brasile senza una ragione precisa, dicendo che stava andando a comprare materiale da pesca. Ma ha rotto il rapporto di fiducia perché ha commesso un illecito e lasciava il Paese con denaro oltre il limite consentito, senza motivo apparente’.
Parole che confermerebbero la convinzione del presidente Michel Temer di autorizzare l’estradizione dell’ex terrorista. Tanto che anche il guardasigilli Andrea Orlando aveva espresso apprezzamento per le dichiarazioni del suo omologo brasiliano, ritenendolo ‘un mutamento di prospettiva’ reso possibile dalla riapertura dei canali della cooperazione Italia-Brasile in materia di giustizia.
A supporto del decreto di espulsione di Temer ci sarebbe già anche lo strumento legale adeguato: il trattato bilaterale firmato dal Brasile con l’Italia, che definisce l’estradizione un ‘atto sovrano’, ha ricordato Jardim, e che, come tale, si sovrappone alla norma sulla prescrizione di cinque anni dall’emanazione del decreto Lula nel 2010, citata dalla difesa di Battisti come ostacolo giuridico alla sua estradizione. Per avviare e giustificare concretamente la procedura serviva tuttavia un ‘fatto nuovo’, ha spiegato il ministro.
E l’occasione si è presentata proprio la settimana scorsa, con il presunto tentativo di fuga in Bolivia di Battisti, aggravato dai reati di traffico di valuta e riciclaggio contestatogli dalla polizia. Su raccomandazione dello stesso Jardim, Temer starebbe in ogni caso attendendo la pronuncia della Corte suprema in merito alla richiesta di ‘habeas corpus’ formulata dai legali dell’ex terrorista prima di firmare l’estradizione. Dunque la decisione di Fux non avrebbe effetti particolari.
Dalla sua casa-rifugio di Cananeia intanto, Battisti è tornato a provocare l’Italia definendolo ‘un Paese arrogante’, e a ostentare sicurezza, come se non temesse l’espulsione. Ma in realtà è ben consapevole di essere nelle mani del capo di Stato brasiliano, a cui infatti si è rivolto chiedendo ‘un grande atto di giustizia e umanità’: ‘Vorrei che il presidente Temer prendesse coscienza profonda della situazione anche perché ha tutti gli strumenti giuridici e politici per fare un atto di umanità e lasciarmi qui’.
Un invito alla clemenza che Battisti tuttavia non riserva anche ai suoi connazionali, rifiutando, in un’intervista all’Ansa, di inviare un messaggio di solidarietà alle famiglie delle vittime che la giustizia italiana gli imputa: ‘Tutte le morti sono deplorevoli. Ma non c’è motivo che io chieda scusa per qualcosa che hanno commesso altri’. Affermazioni che non stupiscono Alberto Torregiani: ‘E’ normale che parli così, lo ha sempre fatto, è coerente’.
‘Se avesse un po’ di umiltà e chiedesse perdono, sarebbe sì una svolta’, ha commentato il figlio di Pierluigi, una delle vittime, per il quale finché Battisti non sarà in Italia non è il caso di gioire.