Ripetere l’impresa già riuscita nei quarti di finale, anche se “un 3-1 con il Porto e un 3-0 contro il Barcellona non sono la stessa cosa”, come ammette Guardiola. Ma il Bayern Monaco, per orgoglio e tradizione e nonostante le assenze pesanti che continua ad avere (Robben, Ribery, Alaba), ha il dovere di crederci. Il Porto uscì dall’Allianz Arena con 6 reti sul groppone, nel tripudio dei tifosi bavaresi, stavolta c’è meno ottimismo, anche per via del gioco espresso dai biancorossi negli ultimi turni di campionato. Intanto Guardiola ‘ignora’ quel Messi che lo ha steso all’andata e studia come compiere l’impresa, “perchè siamo il Bayern e prepariamo ogni partita per vincerla”. Così è lecito sognare di ripetere l’impresa dell’aprile 2013: anche lì Bayern-Barcellona valeva per le semifinali di Champions e finì 4-0 per i padroni di casa. Contro l’amico Luis Enrique, che a Monaco ha portato con sè, come ‘talismani’, la madre Nely e la sorella Maria Argentina, Guardiola potrebbe mandare in campo una formazione in teoria più offensiva rispetto a quella dell’andata, con Goetze in campo dall’inizio. Del Barcellona il grande ex teme la capacità di essere micidiale nelle ripartenze “ma abbiamo un obiettivo molto stimolante, e ci proveremo.Ho fatto ciò che potevo a Barcellona e qui voglio fare la stessa cosa, aggiunge Guardiola . E’ un sogno stare a Monaco, dove rimarrò anche il prossimo anno, e voglio vincere tutto. Domani vorrei rimontare e vincere, ma se dovessimo perdere la mia vita non cambierebbe. Dovremo avere pazienza, non possiamo risolvere il match in 20-25 minuti. Per prima cosa dovremo giocare bene, e poi segnare dei gol. Io qui sono l’allenatore, sono realista e non diro’ mai che non abbiamo la possibilita’ di farcela.
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