La Bce vede nero. Nel bollettino mensile di settembre, si evince che “in Italia c’è l’alto il rischio di non raggiungere gli obiettivi del deficit 2013, visto il peggioramento del fabbisogno dovuto soprattutto al rimborso dei debiti verso le imprese”. Tuttavia è prevista una “graduale ripresa per i paesi dell’area euro con pil -0,4% in 2013 e +1% in 2014”.
In Italia, le informazioni preliminari sull’esecuzione del bilancio dello Stato in base ai dati di cassa fino a luglio 2013, rileva l’Istituto di Francoforte, indicano “un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro (3,3% del pil), in aumento da quasi 28 miliardi (1,8% del pil) nello stesso periodo del 2012. Il peggioramento, dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzodelle amministrazioni pubbliche nel 2013 (2,9% del pil)”.
Ad agosto, rileva la Bce, “il governo ha annunciato, per l’anno in corso, l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito (pari a 2,4 mld di euro circa, ossia lo 0,1% del pil) sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate. Sempre in agosto il parlamento ha deciso di rinviare di tre mesi, al primo ottobre, l’aumento di 1 punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’Iva. Le inferiori entrate dovute a tale rinvio saranno bilanciate da maggiori accise su alcuni prodotti e da imposte dirette temporaneamente più elevate”.
Infine, conclude l’Istituto di Francoforte, “è stato convertito in legge il ‘Decreto del fare’, che prevede una serie di misure intese ad accrescere gli investimenti in infrastrutture, semplificare le procedure burocratiche, aumentare il credito alle imprese (soprattutto alle piccole e medie imprese) e migliorare l’efficienza della giustizia civile”.
Qualche speranza sul fronte della disoccupazione che pur restando elevata sembra aver arrestatato la sua crescita: “il recente aumento della disoccupazione potrebbe essersi arrestato, dato che il tasso é rimasto invariato al 12,1% dallo scorso mese di marzo”.