Mercati e investitori guardano a Mario Draghi e confidano nel numero uno uscente della Bce, impegnato nel penultimo consiglio direttivo prima della fine del suo mandato, quando lascerà la poltrona a Christine Lagarde.
Draghi vuole lasciare un’Europa quanto più possibile salda nonostante le difficoltà a livello mondiale, alimentate dalla guerra dei dazi e dallo spettro di una Brexit senza certezze, e forse senza accordo.
La via maestra delle Bce è quella del taglio dei tassi, che però allarma le banche europee. Per Mario Draghi i problemi irrisolti restano tanti. Uno dei principali è quello legato al tasso sui depositi, che hanno fatto registrare un ulteriore calo. La posizione dei grandi istituti bancari è chiara: la politica espansiva – per usare una parola che in Italia abbiamo imparato a conoscere bene nell’ultimo anno – deve essere accompagnata da misure che possano difendere i bilanci delle banche.
Proprio la Bce di Mario Draghi ha salvato le banche immettendo liquidi sui mercati europei. Il piano si è trasformato in un circolo vizioso che, se non gestito con sapienza, rischia di portare a un pericoloso avvitamento. Draghi punta a convincere le banche ad alimentare l’economia reale. Per raggiungere lo scopo la Bce dovrà mettere sul piatto garanzie per i colossi del settore.