“Durante il lockdown il ricorso a regimi di sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro ha raggiunto livelli senza precedenti: in Germania, a meta’ maggio 2020 se ne avvalevano quasi 10 milioni di persone, rispetto a un massimo di circa 1,4 milioni durante la crisi finanziaria mondiale”. Lo si legge nel bollettino economico diffuso questa mattina dalla Bce. “Da un’analisi empirica dei regimi di sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro adottati da 23 paesi sviluppati durante la crisi finanziaria mondiale – si legge nel bollettino – emerge che essi hanno avuto effetti significativi sul mantenimento dell’occupazione, essendo quest’ultima diventata meno elastica rispetto al prodotto. Ulteriori studi sui regimi specifici applicati a livello nazionale confermano un impatto positivo sull’occupazione durante la crisi, ad esempio in Germania e Francia. Un altro studio relativo all’Italia mostra effetti positivi in relazione a shock temporanei, ma sottolinea che, laddove gli shock diventano persistenti, i benefici in termini di occupazione nel breve periodo devono essere bilanciati con le possibili ricadute dal punto di vista della riallocazione”.
Durante la crisi legata al Covid-19, la proroga di tali regimi e’ “particolarmente utile” nei casi in cui la domanda in settori specifici sia ancora depressa a causa di restrizioni sanitarie o chiusure temporanee imposte a livello locale. Inoltre, una piu’ ampia applicazione di tali regimi sostiene la domanda privata e la fiducia delle imprese nella fase di ripresa. “Tuttavia – osserva il bollettino – l’esperienza passata mostra che, durante la ripresa, l’ampio ricorso ai regimi di sostegno puo’ ostacolare la riallocazione dei lavoratori nel caso si verifichino cambiamenti strutturali, influenzando negativamente la creazione di occupazione. E’ stata quindi raccomandata l’introduzione di limiti temporali finalizzati a ridurre il rischio di favorire il mantenimento di posti di lavoro non piu’ sostenibili nel lungo periodo, nonche’ l’erogazione di formazione e assistenza nella ricerca di un impiego ai lavoratori che percepiscono sussidi, al fine di agevolare la mobilita’ professionale”.