Oltre il 30% della produzione totale destinata al consumo umano viene sprecata, tra perdite alimentari che avvengono lungo la filiera, scarti di produzione e spreco domestico. Nei Paesi industrializzati vengono gettate 222 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, quantità sufficiente a sfamare l’intera popolazione dell’Africa Sub Sahariana (230 milioni). Solo in Europa la quantità ammonta a 89 milioni di tonnellate, ovvero a 180 kg pro-capite, e l’Italia rappresenta circa il 10% con 8,8 milioni di tonnellate: 27 Kg pro-capite che si traducono in un costo di 454 euro all’anno per famiglia.Il maggiore spreco domestico pro capite si registra nel Regno Unito, con 110 kg a testa, seguono gli Usa (109 kg) e l’Italia (108 kg), Francia (99 kg), Germania (82 kg), Svezia (72 kg). In termini economici, lo spreco medio giornaliero di una famiglia USA di quattro persone è di 4,4 dollari, sufficienti a sfamare un’intera famiglia in un Paese in via di sviluppo. Il paradosso di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo gettato nella spazzatura e’ reso ancora più intollerabile dal miliardo di persone che non ha accesso a sufficienti risorse alimentari. Se ne parla nel corso del webinar “Spreco alimentare: come ridurlo dal campo alla tavola”, organizzato dal Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn), oggi alle 17.00. Il webinar sarà trasmesso in diretta streaming sul sito internet www.barillacfn.com. Tra i relatori Andrea Segrè, Presidente di Last Minute Market; Tristram Stuart, scrittore e attivista impegnato contro lo spreco alimentare; Jean Schwab, responsabile della National Food Recovery Initiative dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (Epa) degli Stati Uniti d’America.(Ansa)
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