In Italia si investe poco e male. I soldi che arrivano vengono utilizzati poco e con scarsi risultati perché manca una capacità progettuale e di idee su quali opere dirottare i fondi. L’allarme è lanciato dalla Banca europea per gli investimenti che si dice pronta ad affiancare il governo italiano per rilanciare l’intervento pubblico a supporto dell’economia. “Dal 1997 – spiega Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei durante una presentazione a Milano – l’Italia è al minimo storico su questo punto. Gli investimenti in Italia sono il 17,5% del pil contro il 20 della media europea. Un dato dove incidono soprattutto gli investimenti privati”. Per il banchiere la soluzione sembra essere abbastanza semplice ed elementare. “Serve un tavolo col governo in materia per moltiplicare episodi positivi come il passante di Mestre, dove il pubblico si assume dei rischi facendo da volano per altri fondi”.
Secondo Scannapieco, “i capitali non sono mai un problema, mentre in Italia manca la capacità progettuale e una procedura più scientifica per decidere su quali opere pubbliche canalizzare le risorse”. Un deficit ‘progettuale e operativo’ compreso dalla Bei che si sta trasformando da classica banca di prestiti a partner dei rischi e società di consulenza. Tanto che i dipendenti dell’istituto sono aumentati in quattro anni e sarebbe previsto un raddoppiamento degli ingegneri per aumentare la capacità tecnica.
Le cifre del decennio 2008-2018 parlano da sole: in questo decennio in cui solo per l’Italia, a cui va 1 dei 6 euro spesi dalla Bei, sono arrivati 108 miliardi di finanziamenti a 289mila piccole e medie imprese, contribuendo a creare 6,7 milioni di posti di lavoro e facendo da volano a 300 miliardi di altri investimenti. Nel 2018 sono 8,5 i miliardi arrivati nel nostro Paese per 91 operazioni pari allo 0,5% del pil. Tanti soldi che non vengono sfruttati per ignoranza progettuale e un continuo cortocircuito politico. La Bei, in qualche modo, ha cercato di sostenere l’economia reale, sicuramente non ha risolto tutti i problemi ma rappresenta, comunque, un aiuto alla competitività europea sempre più minacciata da altre potenze internazionali. Solo che non sempre, come accade per l’Italia, si riescono a realizzare progetti per sviluppare il Paese.
Omar Scafuro