Sono 154 i morti per la gigantesca esplosione che ha devastato martedì interi quartieri di Beirut, secondo un nuovo bilancio fornito oggi dal ministero della Sanità. I feriti sono circa 5.000, di cui 120 in condizioni criitiche. Ci sono ancora almeno 10 dispersi nel porto di Beirut, il luogo dell’esplosione di martedì. “Stiamo trovando brandelli di corpi, ma speriamo ancora di trovare superstiti”, ha detto il generale Jean Nohra, responsabile dell esercito libanese per le operazioni di soccorso. In precedenza il ministero della Sanità aveva reso noto che era di 60 il numero complessivo dei dispersi in tutte le aree colpite, compreso dunque il porto e i quartieri devastati dall’esplosione.
Intanto si sta riempiendo di manifestanti la centrale piazza dei Martiri a Beirut per l’atteso raduno popolare antigovernativo in segno di protesta contro il sistema politico, accusato di essere responsabile delle esplosioni che martedì scorso hanno devastato il porto Beirut e numerosi quartieri della capitale.
Mentre la rabbia cresce, una delle principali emittenti del paese, Lbc, ha annunciato che non trasmetterà più alcun discorso politico o dichiarazione dei leader sulla promessa di un’indagine. Il boicottaggio senza precedenti ha significato l’assenza totale venerdì su Lbc dei discorsi del presidente Michel Aoun, né del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. “La capitale di Beirut è stata distrutta e state ancora facendo trucchi?” ha detto il presidente, Pierre Daher. “Non potete continuare in questo modo”.
“Il Libano può contare sulla solidarietà dalla Ue. Non solo con le parole, ma anche con azioni concrete per il popolo libanese”, ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, postando una foto che lo ritrae mentre visita le macerie del porto di Beirut.
Le immagini impressionanti di una sposa, che nel suo giorno più bello, mentre è presa dagli scatti della macchina fotografica per immortalare un momento speciale della sua vita, è costretta a fuggire via, spaventata da ciò che sta accadendo attorno a lei. Una violenta esplosione e poi via, verso il riparo più sicuro.
I corpi di 25 persone la cui identità non è stata accertata sono stati recuperati tra le macerie a Beirut. A darne notizia parlando con la Dpa è stato un funzionario del ministero della Salute libanese. Le deflagrazioni hanno causato la morte di 154 persone, il ferimento di altre 5mila e 250-300mila sfollati.
Il proprietario libanese di una nave da crociera affondata nell’enorme esplosione che martedì ha distrutto il porto di Beirut ha fatto causa a “tutti i responsabili” del disastro. La notizia è stata data dall’agenzia di stampa libanese, sottolineando che “è la prima denuncia di questo tipo ma che potrebbe essere la prima di una lunga serie”.
Nel disastro sono morti due membri dell’equipaggio dell’Orient Queen e altri sette sono rimasti feriti. La nave era in crociera nel Mediterraneo orientale, tra le isole greche e la costa turca.
La videoconferenza dei donatori per il Libano, co-organizzata dalla Francia e dall’Onu dopo l’esplosione si svolgerà domani alle 14. Ad indicarlo è stato l’Eliseo. Tra i partecipanti le istituzioni europee e il presidente americano Donald Trump che ha espresso la volontà di partcipare alle donazioni. Il vicepresidente turco, Fuat Oktay, ha dichiarato che Ankara è pronta ad aiutare il Libano a ricostruire il porto di Beirut e inviare aerei-ambulanza per evacuare dei feriti perché siano curati negli ospedali turchi. Oktay ha parlato ai giornalisti dopo aver incontrato il presidente libanese, Michel Aoun, sottolineando che una squadra di ricerca turca sta lavorando al porto distrutto dalla massiccia esplosione di martedì. La Turchia ha già inviato due ospedali da campo, 400 tonnellate di grano e prodotti alimentari, ha specificato Oktay, aggiungendo che il suo governo è pronto a utilizzare il porto turco di Mersin per ricevere prodotti che possano successivamente essere inviati in Libano su navi più piccole.