Bengasi: attacco all’ambasciata Usa, 4 morti. Obama:”Sarà fatta giustizia”

 

 

Un’America offesa, oltraggiata nel giorno dell’anniversario del crollo alle torri gemelle (avvenuto l’11 settembre del 2001), promette vendetta. E lo fa affidandosi alle parole di un Obama ferito, ma che non vuole dimenticare.“Sarà fatta giustizia”: assicura il presidente americano, garantendo che gli Stati Uniti lavoreranno con le autorità libiche per individuare e “assicurare alla giustizia gli assassini”. “Gli Stati Uniti – afferma Obama – “condannano nei termini più forti questi attacchi oltraggiosi che sono costati la vita a 4 americani caduti nell’anniversario dell’11 settembre, mentre l’America ricordava gli attacchi terroristici”. “Nessun attentato terroristico scuoterà la determinazione americana”, assicura il presidente statunitense. Che intanto ha spedito duecento Marines sono in Libia, per”rafforzare la sicurezza nelle sedi diplomatiche di Tripoli e Bengasi”.

Secondo altre fonti, altre unità sarebbero invece in partenza per Kabul e il Cairo, sempre per incrementare il livello di sicurezza.

Attentato a Bengasi, 4 vittime. Nell’assalto di ieri contro la sede di rappresentanza americana, è rimasto ucciso lambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, insieme ad  un funzionario e due Marines. Il diplomatico era arrivato nel pomeriggio nella ‘capitale’ della Cirenaica per testare il terreno alla vigilia della nomina del nuovo premier libico, prevista oggi. In serata, poco dopo le 21.30, una folla inferocita e armata ha preso d’assalto l’edificio: dopo una feroce sparatoria a colpi di Rpg e armi automatiche, i dimostranti hanno appiccato le fiamme alla struttura, che si trova all’interno di un compound, e issato la bandiera nera islamica dopo aver strappato e bruciato quella americana. Alcuni testimoni che hanno chiesto l’anonimato hanno riferito di aver notato numerosi membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia tra i dimostranti, e secondo fonti concordanti, i violenti scontri a fuoco sono andati avanti per diverse ore, almeno tre. La milizia è nota perché è attiva nella regione, qualche volta ha tentato raid dimostrativi nel centro della città, incontrando però la ferma ostilità della popolazione e delle altre milizie armate del dopo-Gheddafi. Scorrazzano nelle zone desertiche a sud, dove i miliziani sono stati protagonisti di numerosi atti di intimidazione anche ai danni di cittadini italiani.

 

 

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