Approvato in preadozione dalla Giunta provinciale, su proposta della vicepresidente e assessore alla cultura Francesca Gerosa, un provvedimento riguardante i criteri e le modalità di concessione di agevolazioni economiche a sostegno di interventi su beni culturali.
“Si tratta di un ‘Testo unico’ coordinato, pensato per aggiornare dal punto di vista organizzativo e normativo l’attuale sistema di contribuzione che finanzia interventi su beni culturali, per esempio quelli sottoposti a tutela, oppure quelle testimonianze di cultura e tradizione che appartengono al patrimonio del nostro territorio, o che riguardano strutture e funzionamento dei nostri preziosi archivi e biblioteche”, ha spiegato Gerosa. “A seguito del processo di riorganizzazione dell’Umst Soprintendenza per i beni e le attività culturali è emersa, infatti, la necessità di adeguare la disciplina alla realtà economica trentina contemporanea, dato che al momento il sistema di finanziamento si riferisce ai singoli settori, architettonico, storico-artistico e librario-archivistico, mentre è necessaria una semplificazione e una razionalizzazione delle procedure e un riferimento organico per gli addetti ai lavori e per gli utenti”, ha precisato ancora la vicepresidente. Prima dell’adozione definitiva è previsto il passaggio in V Commissione.
Il “Testo unico per la concessione delle agevolazioni economiche a sostegno di interventi su beni culturali”, una volta acquisito il parere della Commissione consiliare competente potrà essere adottato definitivamente e andrà a sostituire le attuali procedure, coerentemente con l’obiettivo della strategia provinciale per la XVII legislatura di tutelare e mettere in sicurezza il patrimonio culturale trentino, per tramandarlo alle future generazioni e per favorirne la messa in sicurezza, anche in relazione ai rischi climatico-ambientali, coinvolgendo stackeholder sul territorio. Anche il Documento di Economia e Finanza 2025-2027 punta ad a implementare il numero di beni culturali tutelati, prevedendo maggiori investimenti per la loro conservazione e restauro. Gli aspetti salienti della nuova disciplina proposta riguardano l’individuazione di criteri uniformi per tutte le tipologie di contributi, in merito ai soggetti beneficiari, alle modalità e ai termini di presentazione delle domande e alla durata delle graduatorie; la semplificazione e l’aggiornamento della documentazione da allegare alle istanze di contributo in una logica di sistema a beneficio degli utenti; l’aumento dei valori di riferimento dei contributi, quali le soglie di spesa e le percentuali di contribuzione (fino all’80% per tutti i beneficiari, ad eccezione dei contributi relativi agli interventi per la sicurezza, per i quali la percentuale sale al 90%). Lo scopo è anche incentivare i privati alla valorizzazione dei beni culturali nella loro disponibilità e così implementare la cultura della tutela del patrimonio culturale trentino.
I criteri previsti dal provvedimento approvato oggi in preadozione si applicheranno alle domande di finanziamento presentate a decorrere dal 1° marzo 2025, mentre le istanze presentate entro il 30 settembre prossimo verranno finanziate con l’applicazione dei criteri attualmente vigenti. Sono ammessi a contributo interventi per lavori su beni immobili di interesse architettonico, per lavori su beni mobili, immobili e superfici pittoriche di interesse storico artistico e per l’esecuzione di impianti di allarme antifurto o antintrusione; interventi e finanziamenti in materia di archivi e per le biblioteche di conservazione; interventi su beni correlati alla Grande Guerra. Inoltre, rientrano nella nuova disciplina beni mobili e immobili appartenenti al patrimonio popolare.
I beneficiari dei contributi sono Enti pubblici non economici (esclusi i Comuni e le loro forme associative), musei, fondazioni e associazioni riconosciute, persone fisiche proprietarie del bene, nudo proprietario o titolare di un diritto reale di godimento. Saranno ammesse domande di contributo anche di condomini, per gli interventi sulle parti comuni condominiali; di comodatari se il contratto è stato stipulato per una durata non inferiore a 30 anni; di soggetti privati proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di archivi privati e di biblioteche, dichiarati di notevole interesse storico e di particolare importanza; Enti ecclesiastici proprietari di archivi e di beni librari riconosciuti di interesse storico. Il provvedimento descrive in dettaglio le modalità di presentazione della domande, la documentazione necessaria da presentare per ciascun settore di riferimento (architettonico, storico artistico, librario e archivistico) e la tipologia di opere e lavori ammissibili a contributo.