Le forti difficoltà economiche di inizio anno per gli italiani dal punto di vista economico – con la congiuntura della guerra in Ucraina e degli strascichi derivanti dalla crisi pandemica – sembrano destinate a perdurare per tutto il 2022. Uno dei fattori di maggiore instabilità per le famiglie, i consumatori e le aziende durante questi ultimi mesi ha riguardato il prezzo folle raggiunto da benzina e diesel (ma anche da gpl e metano, sebbene la platea sia inferiore) tra febbraio e marzo.
Il Governo è intervenuto in merito tramite l’approvazione del decreto legge Energia, una misura con cui il presidente del Consiglio Mario Draghi e i membri dell’Esecutivo hanno provato a bilanciare gli squilibri sociali che si sono verificati con il repentino aumento del costo dei carburanti.
“Tassiamo una parte dei profitti in eccesso che i produttori di materie prime stanno facendo grazie all’aumento dei costi del carburante, in modo da poter redistribuire questi soldi alle imprese e alle famiglie in difficoltà” aveva spiegato il premier durante la conferenza stampa di presentazione del decreto. La cifra stanziata è stata di 4,4 miliardi di euro in più rispetto ai 16 miliardi già predisposti negli ultimi 6 mesi per arginare il caro energia.
Davanti ai giornalisti, il presidente del Consiglio – accompagnato dal ministro del Lavoro Daniele Franco e da quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani – aveva sottolineato anche come non fosse più tollerabile durante una “situazione di emergenza” e di “sicurezza nazionale” che si permettesse all’economia italiana di rimanere in balia di possibili speculazioni. Un riferimento quanto mai esplicito alle mosse imprevedibili del presidente russo Vladimir Putin, divenuto un partner totalmente inaffidabile dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio scorso.
Dopo aver visto il prezzo del carburante tornare a livelli più tollerabili, ora però gli italiani temono per un nuovo rialzo durante l’estate. Nel suo ultimo report divulgato durante il fine settimana, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae) ha messo in risalto alcuni dati inerenti alla differenza di prezzo, dagli anni “90 ad oggi, nel suddetto settore (si parla di una crescita monstre del 96%). Ma soprattutto ha lanciato l’allarme sulle nuove possibili oscillazioni del comparto, ancora altamente instabile per le continue ripercussioni del conflitto armato tra Kiev e Mosca.
Intanto però il Governo tenta di tutelare ancora gli italiani: pare ormai certa la riconferma delle agevolazioni economiche anche per il mese di maggio. Non vi è ancora stata alcuna nota ufficiale – si attende la convocazione del consiglio dei Ministri, che probabilmente avrà luogo giovedì – ma l’ammontare del nuovo bonus carburante dovrebbe essere lo stesso della precedente tornata, ossia 200 euro.
Il nodo però riguarda la platea che potrà beneficiare di questa proroga. Sembra infatti che verrà inclusa soltanto una determinata categoria di lavoratori. Per ottenerlo bisognerà infatti essere dipendenti di un’azienda che abbia presentato una richiesta di sconti specifici alla propria compagnia di rifornimenti e quest’ultima deve essere autorizzata dal ministero dello Sviluppo economico. Per richiederlo basterà farne domanda al proprio datore di lavoro. Per gli statali invece il bonus non sarà previsto, visto che in busta paga hanno già una sezione rimborsi dedicata a questo tipo di spese.