Dopo il “vaffa” di Beppe Grillo e Giuseppe Conte che ha sancito il definitivo divorzio tra i due e quindi, con assoluta probabilità, anche la fine dell’esperienza dell’ex premier al M5s, piomba ora l’ombra del dossieraggio sul rapporto tra i due Giuseppi. Nomi, promesse di incarichi, accordi elettorali e le trattative con i singoli deputati per fondare gruppi contiani. Si tratta di un piano che Giuseppe Conte avrebbe messo a punto tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, per sostituire una scomoda Italia Viva in maggioranza e per crearsi un percorso politico autonomo. Piano ben noto al fondatore e garante del M5s e che potrebbe ora dare il colpo di grazia a Conte.
Secondo quanto riportato da il Giornale, l’operazione “responsabili” sarebbe stata all’epoca comunicata direttamente al garante dei Cinque Stelle Beppe Grillo. Di più: “l’avvocato del popolo” avrebbe allora intrattenuto una corrispondenza quotidiana con il comico-politico, aggiornandolo sulla crisi politica e sulle trattative in corso. Si tratterebbe di uno scambio riservato di mail, messaggi e telefonate, da cui emergerebbe la contrarietà di Grillo all’operazione “responsabili”. Comunicazioni “scottanti”, che ora il fondatore del M5S potrebbe utilizzare per inficiare la carriera politica futura di Conte. Ci sarebbe inoltre una seconda corrispondenza, in questo caso tra Conte e i singoli parlamentari cinquestelle, che svelerebbe l’intento dell’ex presidente del Consiglio di costituire gruppi autonomi alla Camera e al Senato, con la preoccupazione che i pentastellati lo scaricassero.
E non finisce qui: la trattativa con Mastella e Tabacci, gli incontri con i senatori dissidenti, l’offerta di entrare al governo recapitata all’Udc, la campagna mediatica contro Renzi. Sono un mistero le modalità in cui Conte ha cercato di scucire e ricucire all’interno del governo. Ed ecco entrare in gioco Grillo, che minaccia di rendere pubblico il carteggio incriminante, per indurre Conte a farsi da parte con le buone. “In caso contrario Conte sarà esposto sul patibolo” confida a il Giornale un parlamentare de cinquestelle.
Cosa si cela dietro a queste comunicazioni riservate? Tutto. Dalle trattative per reclutare i responsabili e modificare gli equilibri dell’allora governo Conte II, passando alle strategie messe in campo per tentare di “far fuori” Matteo Renzi, fino alle confidenze dei parlamentari al comico sulle manovre parallele dell’avvocato. Il 13 gennaio Renzi ritira la delegazione di Iv dal governo Conte, aprendo la crisi. I due assistenti stretti di Conte, Rocco Casalino e Dario Adamo sono certi della nascita del Conte ter, pronostico che si rivela tuttavia errato: il 26 gennaio Conte si dimette da presidente del Consiglio, aprendo la strada all’esecutivo Mario Draghi. “Ho voluto il governo Draghi” ha detto Giuseppe Conte nella conferenza stampa alla Camera di Commercio a Roma lunedì, 28 giugno 2021. Anche questa asserzione sarebbe smentita dalle chat scambiate con Grillo.
Beppe Grillo sarebbe anche informato sull’incontro riservato tra l’ex capo del Dis Gennaro Vecchione e il ministro della Giustizia degli Usa William Barr, ai tempi in cui Conte presidiava Palazzo Chigi. La missione di Barr sarebbe servita a screditare le indagini condotte dall’Fbi sul Russiagate, dossier che sbucano soltanto adesso. Insomma, Grillo sembra ora avere in mano il pallino del gioco e Conte è rimasto con un pugno di mosche in mano.