Nel pomeriggio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha oggi ricevuto al Quirinale il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini. Nella nota del Quirinale si legge che, Napolitano ha ringraziato per averlo messo al corrente delle ragioni che ad avviso dei presidenti dei gruppi parlamentari di opposizione rendono politicamente complesso il superamento della situazione determinatasi a seguito del voto contrario all’art. 1, del rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato. Il Capo dello Stato ha espresso la convinzione che tocchi al Presidente del Consiglio indicare alla Camera nell’annunciato intervento di domani la soluzione che possa correttamente condurre alla dovuta approvazione da parte del Parlamento del rendiconto e dell’assestamento. Sulla sostenibilità di tale soluzione sono competenti a pronunciarsi le Camere e i loro Presidenti”, si conclude nella nota.
Berlusconi parlerà domani alla Camera: L’intervento alla Camera del Presidente del Consiglio, è previsto per domani alle 11. Dopo, secondo quanto affermato da Cicchitto, ci sarà il voto sulla fiducia. Il capogruppo del Pdl spiega infatti, che “la fiducia è l’unico strumento valido per valutare il rapporto tra IL Governo e il Parlamento. Le opposizioni sbagliano nel considerare il voto di ieri come un sfiducia al Governo. La fiducia e la sfiducia si votano in maniera esplicita”, ha concluso Cicchitto.
Berlusconi chiederà fiducia al Parlamento: Il presidente del Consiglio chiederà la fiducia al Parlamento. E la cosa potrebbe avvenire giovedì, o anche oggi. Mantenere solida la maggioranza, nonostante gli ultimi “errori di percorso”, diventa fondamentale per il Premier. Far cadere l’esecutivo in un momento come questo, dominato da una crisi mondiali, è, per Berlusconi, da veri “irresponsabili”. E’ questo la soluzione escogitata nel corso del vertice di maggioranza, convocato in tutta fretta dal presidente del Consiglio a palazzo Grazioli, per risolvere la grave battuta d’arresto sul rendiconto generale dello Stato. Un modo per dare immediata risposta ai dubbi di quanti, dalle opposizioni fino al Quirinale, dubitano che il Cavaliere disponga ancora di una maggioranza parlamentare.
“A fronte di interpretazioni del tutto erronee e forzate delle opposizioni sulle implicazioni del voto negativo all’art. 1 della legge sul rendiconto, il governo e la maggioranza reputano necessario richiedere la fiducia al Parlamento. Ciò avverrà sulla base delle comunicazioni politiche che il presidente del consiglio intende rendere in Aula”, ha spiegato Paolo Bonaiuti al termine del vertice. “Indipendentemente da queste comunicazioni prosegue – ha aggiunto il portavoce del premier -, sul merito del provvedimento relativo al rendiconto generale dell’amministrazione dello stato, si è convinti che il voto negativo all’art. 1 non sia ostativo all’approvazione di tutti gli altri articoli del provvedimento stesso”. Parole che non chiariscono del tutto come, tecnicamente, l’Esecutivo intenda procedere sul fronte del provvedimento, anche se sembrano indicare che la strada scelta sia quella modificare l’articolo bocciato dall’Aula e votare gli altri mancanti. Una soluzione che tuttavia potrebbe scontrarsi con i regolamenti, per questo si ipotizza anche la presentazione di un nuovo testo, varato dal Consiglio dei ministri, che ricalchi quello di oggi. Il dato politico, tuttavia, è evidente e poggia sulla volontà di Berlusconi di sfidare le opposizioni – ma anche i tanti malpancisti della maggioranza – con un voto in Aula dal quale però dipenderà la sopravvivenza del governo. Una strada che tuttavia appare anche obbligata visto che a palazzo Grazioli più di qualcuno ha sottolineato come si debba dare una risposta anche al Colle, visto che il Quirinale difficilmente potrà far finta di nulla davanti a quanto avvenuto a Montecitorio.
Facile prevedere quello che Berlusconi dira alla Camera: “Andare alle elezioni nel bel mezzo di questa crisi economica mondiale – ha sottolineato davanti ai vertici del Pdl e della Lega – è da veri irresponsabili”. L’Italia, ha aggiunto, ha bisogno di un governo che vari il decreto per lo sviluppo e faccia le riforme necessarie. Questo il succo, almeno nella sua prima formulazione abbozzata stasera a via del Plebiscito, del suo intervento. Un piano che rischia però di scontrarsi con Gianfranco Fini, visto che in molti temono un atteggiamento “ostruzionistico” del presidente della Camera. A cominciare dai tempi della “comunicazione politica”: per Silvano Moffa, infatti, Berlusconi potrebbe andare in Aula già oggi o al più tardi giovedì. Ma Fabrizio Cicchitto ricorda che i tempi dovranno essere stabiliti proprio con Fini. Sul fronte politico, invece, il Cavaliere è sicuro che una nuova fiducia risolverebbe parte dei suoi problemi: di fronte ad un nuovo voto, ha argomentato il premier, nessuno, né le opposizioni, né il Qurinale, potranno dire che non ho i numeri per governare.