“Non governerò mai più l’Italia” e sollecito tutti i “politici italiani che siedono in Parlamento da 30 anni a fare un passo indietro”. L’ex premier Silvio Berlusconi, in un’intervista al quotidiano svizzero Il Corriere del Ticino, ribadisce il pieno sostegno, fino a fine legislatura, al governo di Mario Monti e la volontà di essere il ‘padre fondatore’ del nuovo centro destra italiano. E’ convinto che l’Italia ce la farà e “l’euro non crollerà”.
Non farò più il premier. “Continuerò a fare politica, ma in modo diverso dal passato. Non mi candiderò più alla guida del governo, ma come presidente del primo partito italiano in Parlamento agirò da padre fondatore”. E’ questo il ruolo che Silvio Berlusconi vuole ritagliarsi per il suo futuro impegno politico: protagonista ma dietro le quinte. “Darò consigli alle nuove leve, cercherò di trasmettere quei valori di libertà e di democrazia per i quali sono sceso in campo e che sono tuttora il nostro credo politico, contro quella cultura dell’invidia, dell’odio e del giustizialismo che finora ha dominato gran parte della sinistra in Italia”.
Alfano è il mio erede. L’ex premier parla della necessità di un rinnovamento generale della politica e incorona Angelino Alfano suo successore alla guida del centro destra italiano. Alfano è stato “eletto all’unanimità dal nostro Consiglio. Ha 35 anni meno di me, è autorevole e realizza il cambio di generazione di cui tutta la politica italiana ha bisogno”, precisa il Cavaliere. E poi lancia una giusta proposta per svecchiare il parlamento italiano. “Sarebbe ora che anche gli altri politici che siedono in Parlamento da trent’anni, se davvero credono in ciò che dicono sui giovani e sulla necessità di innovare, facessero un passo indietro”. E lancia anche un monito ai ‘vecchi’ del suo partito. “Se qualcuno nel Pdl non crede in questo cambiamento, dovrà ricredersi”.
Alleanza con la Lega. Con Umberto Bossi non vuole proprio rompere nonostante ora siano su fronti diversi. E si dice convinto di poter ricucire l’alleanza con il Senatur. “Per il futuro mi auguro che con la Lega si possa continuare ad avere una solida e leale collaborazione a tutti i livelli come è sempre stato”. Alleanza che ora si è bruscamente interrotta. E per Berlusconi il motivo è da ricercare nella decisione del Pdl di “sostenere il Governo Monti per senso di responsabilità verso l’Italia, anche a costo di pagare un prezzo momentaneo”. “La Lega, invece, – spiega il Cav – vuole dimostrare la sua identità e ha una posizione diversa dalla nostra sul governo dei tecnici. Ma non parlerei di rottura: continuiamo a governare insieme molte amministrazioni locali”.
Legge elettorale: no al Carnevale della politica. Dice di avere il merito di aver introdotto in Italia un sistema bipolare che ha ridotto il numero dei partiti e assicurato una maggiore durata del governo rispetto al passato. E per il futuro? “La nuova legge elettorale sarà una buona legge se, oltre a consentire agli elettori di scegliere il proprio rappresentante, lascerà intatte le conquiste del bipolarismo e della governabilità. Questo non significa certo aumentare il numero dei partiti. All’Italia non serve tornare al carnevale di Rio della politica”.
Elezioni Amministrative. Parlando poi del prossimi appuntamento elettorale di primavera, Berlusocni sottolinea che il “Pdl presenterà il proprio simbolo alle prossime elezioni amministrative e stringeremo dovunque le alleanze necessarie per vincere insieme alle forze moderate che condividono i nostri valori e i nostri programmi”. Ma il Cav questa volta è cosciente di dover fare i conti con le liste civiche. “Per tradizione, alle elezioni amministrative c`è sempre stato in Italia un fiorire di liste civiche. Penso che la crisi dei partiti accentuerà questa tendenza. E noi – conclude su questo tema- dovremo tenerne il giusto conto, e tessere la tela delle alleanze, anche a livello locale, per vincere”.
Sostegno pieno a Monti. Berlusconi ribadisce con vigore che appoggerà Monti fino a fine legislatura e non gli staccherà la spina. Anche perché vede nell’azione dell’esecutivo tecnico, e non potrebbe sostanzialmente essere diverso, la realizzazione del suo programma elettorale. “Fin dall’inizio abbiamo sostenuto Monti con il nostro voto, lo stiamo facendo e lo continueremo a fare con lealtà e senso di responsabilità, per l’interesse superiore dell’Italia”. “Il Governo dei tecnici è sostenuto quasi dall’intero Parlamento, e solo questo largo appoggio può consentirci di fare quelle riforme che una sola parte politica non può fare con i suoi soli voti”, sottolinea il Cavaliere. “Mi riferisco – spiega – alla riforma dell’architettura istituzionale dello Stato, che riguarda il Parlamento, il numero dei deputati, il Senato delle Regioni, la Corte costituzionale, i poteri del premier e del Consiglio dei ministri, fino all’introduzione di una nuova legge elettorale e alla riforma della giustizia”. “Tutti vedono che vi è una sostanziale continuità tra il programma di Monti e quello del Governo da me presieduto. E’ una continuità che lo stesso premier ha più volte riconosciuto”. “Oggi – prosegue – lui si trova nella condizione ideale per realizzare quelle riforme che il mio esecutivo aveva avviato, senza poterle portare a termine per la riluttanza dei partner della nostra coalizione e per la forte contrarietà preconcetta dell’opposizione. Per questo gli daremo il sostegno necessario. Vogliamo liberarci dei lacci e dei lacciuoli che ostacolano la crescita dell’Italia , inclusa la riforma del mercato del lavoro per rendere effettiva la libertà di concorrenza e restituire competitività all’Italia. Sono riforme liberali e penso che i nostri elettori apprezzeranno il nostro responsabile atteggiamento quando si tornerà a votare”.
Il futuro di Eurolandia. Berlusconi si dice certo della ripresa italiana. “La crisi, come ho detto più volte, non nasce in Italia ma in Europa, dove l’euro non ha dietro di sè una banca centrale come garante di ultima istanza al pari, ad esempio, della Riserva Federale americana. Quando avremo una vera banca centrale europea e gli eurobond, vale a dire i titoli emessi e garantiti direttamente da questa banca , l’Europa sarà diventata un soggetto politico unitario e forte, non più diviso tra Paesi debitori e Paesi creditori”. “L’euro è ormai la moneta dell’Europa, supererà questa crisi e durerà a lungo nel tempo. Altrimenti non avrebbero senso i sacrifici che stiamo facendo. Il problema è la lentezza con cui si muove l’Europa”, aggiunge.
Le dimissioni da Premier: non fu golpe. Berlusconi torna a smentire che le sue dimissioni sia stato voluto da ‘poteri forti non italiani’, di essere, insomma, vittima di un golpe. “Sono stato io a dimettermi e a fare un passo indietro per senso di responsabilità e per senso dello Stato”, ribadisce l’ex premier. “Ho fatto questa scelta pur avendo ancora la maggioranza nei due rami del Parlamento, senza che il mio Governo fosse mai stato sfiduciato. Solo con un governo tecnico si può trovare l’accordo tra maggioranza e opposizione, tra centrodestra e sinistra, per approvare quelle riforme che prima ho ricordato e che sono indispensabili per superare la crisi economica e rendere governabile l’Italia”.
Non mi pento di nulla. Il Cav dice di non avere nulla di cui pentirsi, anzi “dovrebbero invece vergognarsi i miei persecutori, che da quando sono sceso in campo non hanno mai smesso di inventarsi processi fondati solo sulle calunnie, una macchina del fango mediatico-giudiziaria, una campagna di diffamazione su scala internazionale che non si è ancora fermata: anzi, dopo che mi sono dimesso dal Governo, l’accanimento giudiziario contro di me è addirittura aumentato”. Si rammarica solo di non aver potuto fare quelle riforme per fare dell’Italia un Paese moderno. “Sono orgoglioso – aggiunge Berlusconi – di aver salvato l’Italia nel ‘94 da un governo che sarebbe finito nelle mani del Partito comunista italiano, cioè di un partito e di una ideologia sconfitta dalla storia. Ho la coscienza di avere servito il mio Paese con tutte le forze e con totale onestà intellettuale”.