Dal Quirinale è in arrivo una nota sulla questione della “agibilità politica” di Silvio Berlusconi. Giorgio Napolitano, dopo aver incontrato Schifani e Brunetta, capigruppo del Pdl, e una delegazione del Pd guidata dal segretario Epifani, scioglierà la ‘riserva’ sull’ex presidente del consiglio. Allo studio del Colle c’è la possibilità di un salvacondotto per il Cavaliere, dopo la condanna per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. Prima del suo pronunciamento, Napolitano a Castelporziano incontrerà Gianni Letta. Ma sulle sorti dell’ex presidente del consiglio continuano le polemiche. Intanto continuano le polemiche sulle sorti dell’ex premier. Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni del Senato, in un’intervista a Radio Capital chiude definitivamente le porte a Silvio Berlusconi: il Cavaliere, per l’esponente di Sel, sarebbe incandidabile anche se il governo dovesse cadere prima del pronunciamento dell’Aula di palazzo Madama, alla luce della legge Severino che chiude le porte al Parlamento ai condannati con sentenza definitiva a più di due anni. Ma la previsione del presidente della Giunta per le autorizzazione è rigettata dall’ex Guardasigilli, Nitto Palma, che invece ribadisce la possibilità di candidatura per il leader del Pdl. “La legge Severino prevede le categorie di incandidabilità che riguardano quei soggetti incorsi in una condanna e, nell’eventualità si verifichi nel corso del mandato parlamentare, la decadenza. Qualora l’Aula non si dovesse pronunciare sulla decadenza in ragione dell’eventuale caduta del governo e dello scioglimento del Parlamento, la Corte d’Appello potrebbe assumere il provvedimento indicato, fermo restando che comunque sarebbe percorribile un ricorso al Tar nel cui ambito si possono sollevare tutte le questioni giuridiche già sollevate in Giunta”. Per il presidente della commissione Giustizia del Senato (Pdl), “la legge dice quando uno si trova in una situazione di incandidabilità e ciò consente alla Corte d’Appello di sospenderlo dalle liste elettorali, ma si può agire davanti al giudice amministrativo e avanzare tutte le questioni giuridiche che sono già state avanzate o che verranno avanzate davanti alla Giunta per le elezioni”.
Brunetta: Confido in saggezza Napolitano. Il Pld in attesa di conoscere la decisione del presidente della Repubblica cerca di tenere un profilo basso e non alimentare nessun tipo di polemica. A parlare è il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta, che dice di avere fiducia nella saggezza di Giorgio Napolitano. “L’agibilità politica di Silvio Berlusconi non è una questione personale e neanche di una parte persino maggioritaria degli italiani: piaccia o no egli è il perno su cui si regge il delicato equilibrio non solo del governo ma della stessa agibilità politica dell’Italia”, dice il numero uno dei deputati del Pdl. “Intendo per agibilità –spiega Brunetta- la possibilità di uno scambio politico tra parti che nella diversità riconoscono un territorio comune di valori e di pratica di dialogo. Per questo ho fiducia che la saggezza di Napolitano indichi una strada che salvaguardi la pienezza della democrazia già ferita da una giustizia sconsiderata”, conclude il capogruppo.