Prima boccia il primo anno di governo tecnico guidato da Mario Monti. Poi sfida Pier Ferdinando Casini a lavorare per un nuovo centro destra italiano “dopo il mio passo indietro”. Rilancia l’asse Pdl-Lega Nord con candidato unico alle prossime elezioni regionali in Lombardia. Chiede l’election day, frena sulle primarie nel Pdl anche se vuole aspettare di sapere la data certa delle elezioni. E’ un Silvio Berlusconi a tutto campo quello che parla oggi da Milanello, dopo aver assistito all’allenamento del suo Milan.
Governo: Dati disastrosi. Alfano si esprimerà su fiducia. “I dati dopo un anno di governo tecnico sono disastrosi e credo si debba cambiare quella politica economica imposta in Europa soprattutto dall'egemonia tedesca”. L’ex premier boccia l’esecutivo di Mario Monti e la sua ‘politica’ economica filo tedesca. “Un’egemonia tedesca – ha spiegato Berlusconi – che non è solidale, che non pensa al bene di tutti ma soprattutto al bene di se stessa. Credo che questo sia assolutamente da invertire”. La decisione di togliere la fiducia al governo tecnico spetterà ad Angelino Alfano. “E’ il nostro segretario che si esprime al riguardo”.
Fatto passo indietro, ora Casini nel centro destra. “'Ho fatto un passo indietro anche per consentire che il ressamblement dei moderati comprendesse tutti i moderati per cui anche il partito di Casini che ha detto più volte, sia in pubblico che nelle sedi istituzionali, che se non ci fosse stato Silvio Berlusconi sarebbe rimasto nell'ambito del centrodestra”. Berlusconi ripete che il suo passo indietro serve per far nascere anche in Italia un centro destra sul modello del Ppe, unica speranza per non essere travolti nelle urne. E al leader centrista chiede di rompere gli indugi e lavorare per un nuovo centro destra sul modello europeo. “Non credo – ha proseguito Berlusconi – che Casini voglia rappresentarsi come un manca parola assoluto nei confronti egli italiani, e perciò credo che questo mio ulteriore passo indietro possa essere un fatto decisivo perché lui dichiari e si impegni a fare parte del centrodestra. Un centrodestra che – ha concluso – essendo sempre stato la maggioranza del Paese, così come lo sono i moderati, spero possa ancora prevalere alle prossime elezioni”.
Lombardia: Si a candidato unico Pdl-Lega. “Auspico che il Pdl e la Lega possano riconoscersi in un unico candidato. In ogni caso sono cose da decidere e non decido io”. Anche se vuole tirarsi fuori dalla partita del Pirellone, l’ex premier indica la strada che dovrebbe seguire il Pdl in Lombardia in vista delle elezioni regionali: alleanza con la Lega Nord e candidato unico per vincere il centro sinistra. Tanto che non esclude un stop alle primarie nel Pdl lombardo.
Elezioni. Primarie Pdl? Prima vediamo data elezioni. Lui che è sempre stato contrario alle primarie nel Pdl per scegliere il candidato da lanciare nella corsa per Palazzo Chigi ora prende tempo e vuole aspettare la data delle elezioni politiche prima di prendere una decisione definitiva. “Stasera c’è un incontro del capo dello Stato con i presidenti di Camera e Senato e il presidente del Consiglio, credo che da questo incontro si potrà sapere la data decisa per le elezioni”. E lancia l’election day. “Noi vogliamo sperare – ha aggiunto Berlusconi – che le elezioni nazionali e regionali si svolgano nello stesso giorno, se no ci introdurremo in un troppo lungo periodo di campagna elettorale”.
Gli italiani sono disgustati dai partiti. “Abbiamo una situazione drammatica dal punto di vista del consenso e il 70% degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti”. E’ quanto sostiene l’ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che oggi a Milanello dopo avere assistito all'allenamento del Milan, si è fermato con i giornalisti a chiacchierare principalmente di calcio, ma anche di politica. Il leader del Pdl analizzando i dati delle ultime elezioni siciliane, ha sottolineato l'alta astensione che si è registrata spiegando che “anche di quel 30% che ha votato, secondo una nostra indagine sommaria, il 50% lo ha fatto per antica vicinanza, per abitudine, per senso di responsabilità, ma è scontento dei partiti stessi a cui ha dato il voto. Quindi abbiamo un 70% più un altro 15% di italiani che non sono in sintonia con l'attuale politica del Paese”. “Bisogna avere il coraggio di cambiare – ha concluso Berlusconi – e quindi vedremo un po’ che cosa si potrà fare da qui al giorno delle elezioni”. E quando parla di ‘cambiamento’ precisa di essersi riferito alla “situazione in generale fuori dal mio partito”.
EuBer