Il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l’ordine di esecuzione con sospensione della pena per Silvio Berlusconi condannato in via definitiva per il caso Mediaset. Gli atti sono arrivati ieri sera da Roma alla procura generale e poi trasmessi alla procura. Ai carabinieri dovrebbe essere affidato il compito di notificare all’ex premier il provvedimento. Berlusconi avrà tempo fino a metà ottobre per chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari. La decisione sarà presa poi dal tribunale di sorveglianza. E sempre entro oggi i magistrati milanesi invieranno al Senato copia della sentenza della Cassazione che ha condannato Berlusconi. La sentenza viene inviata al Senato nel rispetto del decreto anticorruzione che prevede la decadenza da parlamentare di chi viene condannato a una pena superiore ai due anni. La legge ‘anti-corruzione’ varata dal Governo Monti nel 2012, prevede che “non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni”. La stessa legge prevede che il pm deve inoltrare al Senato il dispositivo della sentenza. Le norme sull’incandidabilità operano indipendentemente rispetto alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici che dovrà essere rideterminata nei prossimi mesi dalla Corte d’Appello di Milano. La legge ‘anti-corruzione’ riguarda poi anche la decadenza del senatore condannato e sul punto, come sull’incandidabilità, dovrà esprimersi il Senato con un voto in Giunta e uno in aula.
Il presidente del consiglio Enrico Letta si dice convinto che la condanna di Silvio Berlusconi non avrà conseguenze negative sul suo governo perché devono prevalere gli interessi generali. Ma fare cadere l’esecutivo, in questo delicato periodo storico, sarebbe ‘un delitto’. Per il premier le questioni personali vanno separate da quelle generali anche se sull’incandidabilità va “applicata la legge”. “Io spero e lavoro perché prevalga l’interesse del Paese” e “l’interesse del paese è avere risposte e fare le cose” per cui “tutti i partiti devono assumersi responsabilità e fare scelte”. In ogni caso “il programma del governo è forte e va avanti” ma “non è interesse del paese continuare a tutti i costi, non credo che il logoramento sia interesse dell’Italia”, dice il presidente del consiglio sulle conseguenze della condanna definitiva della Cassazione per Silvio Berlusconi. “L’attenzione concreta alle realizzazioni nell’interesse del Paese rimane la nostra stella polare”, ha aggiunto il premier. “Sono assolutamente consapevole del momento delicato e ho detto ieri e lo ripeto che sono tra quelli che mette davanti a tutto l’Italia. Se c’è chi vuole mettere davanti altre priorità penso che in questo momento è importante avere in mente l’ordine di priorità: prima viene il Paese, l’Italia e poi altri interessi che non possono essere considerati come subordinati a questo che é l’interesse superiore”. Sulla questione dell’incandidabilità di Silvio Berlusconi dopo la sentenza della Cassazione sui diritti Tv “da quello che ho capito c’è solo da applicare la legge, non ci sono elementi di discrezionalità”, dice oggi il premier Enrico Letta.