Quattro ore a settimana in un centro per anziani disabili a Cesano Boscone, per dieci mesi e con la possibilità di poter andare a Roma per la campagna elettorale da svolgere come leader di Forza Italia. E’ questa la misura restrittiva inflitta a Silvio Berlusconi e che rispetta le norme del codice penale, riflettendo la prassi del Tribunale di Sorveglianza. Nell’agosto del 2013 l’ex premier fu giudicato colpevole in via definitiva per una frode tributaria. La condanna precedeva quattro anni di carcere che grazie ad un indulto sono diventati uno. Senza entrare nel merito il capo di Forza Italia ha potuto godere di uno status particolare. Status che gli ha conferito una specialità sconosciuta ad un cittadino comune. I giudici della Sorveglianza hanno riconosciuto l’insofferenza del colpevole alle regole dello Stato ma hanno aggiunto che ha pagato le spese processuali ed il risarcimento danni mettendosi a disposizione dell’Uepe per l’attività rieducativa. La decisione è stata definita equilibrata dagli avvocati Coppi e Ghedini, che vedono riconosciute le richieste di concessione di un margine di agibilità politica. Agibilità politica che viene consentita anche con il permesso di poter essere a Roma, a Palazzo Grazioli, tra il martedì mattina ed il giovedì, con rientro entro le ore 23. Questo è quanto, e per gioco di equilibrio riporto anche la reazione dell’ex leader dei Ds, Massimo D’Alema, che commenta: “Sono rispettoso nei confronti delle sentenze dei magistrati, ma normali cittadini per reati minori vanno in prigione.”.
Cocis