Silvio Berlusconi in seguito all’assoluzione in secondo grado per il processo Ruby, ben colta l’indisponibilità del Colle per un grazia punta di fatto ad una sua ricandidatura. All’interno di Forza Italia immaginano di poter trovare un escamotage per dribblare la legge Severino che sancisce la sua incandidabilità. Ed è un fatto, ed è una speranza. La speranza di ritrovare l’agibilità politica, ed infatti dice: “Troppi anni e troppi danni subiti, troppo fango in Italia e fuori, qualcuno dovrà trovare una soluzione per ridarmi l’agibilità politica a cui ho diritto”. L’unica strada trovata è quella di bypassare la legge Severino modificando la norma sull’incandidabilità o, in alternativa, sterilizzare la parte in cui si impedisce ad un condannato in via definitiva di essere candidato in Parlamento ed a Palazzo Chigi. Berlusconi si “autoriconosce” il ruolo di “padre della patria” e questo, dal suo punto di vista, dovrebbe essere il passepartout. Per ora attende la risposta che sarà data dalla Corte di Strasburgo contro la sentenza definitiva sui diritti Mediaset. Dal punto di vista di Ghedini e Longo in caso di risposta positiva gli effetti della legge Severino verrebbero azzerati. Il Berlusca agogna anche, e prioritariamente, ad una riabilitazione internazionale. Per ora aspetta la resituzione del passaporto con la conclusione dei servizi sociali ed infatti sigla: “Dal prossimo anno Angela Merkel dovrà tornare ad avere a che fare con me…”.
Riprova
Quell’allergia alle regole e ai controlli
L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …