Berlusconi e Lavitola indagati a Bari. Avrebbero indotto Tarantini a mentire

Nuova inchiesta per Berlusconi. La Procura di Bari ha iscritto l’ex premier e il direttore de L’Avanti! Walter Lavitola nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta sulle feste tenutesi nelle residenze del Cavaliere. Entrambi infatti, sono accusati di aver indotto Gianpaolo Tarantini a mentire davanti ai magistrati sulle escort che portava a Palazzo Grazioli. Per questo motivo l’ex Presidente del Consiglio e Lavitola, attualmente in carcere a Napoli, hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini firmato dal procuratore aggiunto Pasquale Drago.

Infuriato Nicolò Ghedini,  il legale di Berlusconi Nicolò Ghedini: “Non abbiamo ricevuto alcun provvedimento ma, secondo il pronunciamento del Tribunale del riesame e gli atti di indagine conosciuti, l’iscrizione è un atto dovuto. A questo punto possiamo soltanto auspicare che si arrivi al più presto all’archiviazione”, dichiara in un intervista al “Corriere della Sera”.

L’inchiesta aperta dalla Procura di Bari, riguarderebbe gli 800mila euro finiti nel giro di un anno dall’ex presidente del Consiglio all’imprenditore barese, indagato a Bari proprio con l’accusa di aver portato prostitute a casa dell’ex premier. Secondo Tarantini furono atti di beneficenza da parte del presidente. Secondo la Procura invece, la cifra con tale cifra l’ex premier “comprò” il silenzio di Tarantini, il quale ha sempre negato sia che il cavaliere sapesse che le donne che arrivavano a casa sua con Tarantini (dalla D’Addario alla De Nicolo) fossero prostitute, sia che quelle ragazze fossero in qualche maniera il prezzo di uno scambio (Tarantini avrebbe sperato di avere appalti dalla Protezione civile, poi mai arrivati).

Per Lavitola, invece, un semplice ruolo di intermediazione: sarebbe stato lui infatti a portare i soldi di Berlusconi a Tarantini. In un’occasione avrebbe trattenuto per sé anche 400mila euro.

Previsti altri mesi di indagine per accertare la verità dei fatti.

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