‘Siamo molto fieri di essere nel Ppe. Alla Lega dico che avremmo sempre rispetto per le loro idee, ma sappia che il centrodestra l’abbiamo fatto noi e abbiamo sempre avuto il leader per realizzare il programma. Siamo noi che abbiamo portato al governo forze che erano sempre state escluse’, Silvio Berlusconi sceglie la convention di Fi ‘l’Europa che vogliamo’ organizzata da Antonio Tajani a Fiuggi per la prima uscita pubblica dopo l’estate trascorsa tra Arcore e là beauty farm di Merano.
In doppiopetto blu e pin tricolore d’ordinanza, dimagrito e abbronzato, parla oltre un’ora in una sala gremita di militanti azzurri. Il Cav si prende la scena, rivendica la leadership del centrodestra, mandando un messaggio preciso a Matteo Salvini, della serie ‘dovrai fare i conti con me’, perché qualunque sarà il verdetto della Corte di Strasburgo, lui sarà in campo. A fare campagna elettorale con la passione di sempre.
Il leader della Lega si è messo in testa — numeri alla mano — di prendersi la fascia di capitano, fare la formazione e persino ristrutturare il club. E lo scontro è diventato inevitabile. Sono tre anni che va avanti, e i gesti di pacificazione non sono stati che brevi intervalli dentro una polemica sconfinata spesso nel personale, se è vero che il capo del Carroccio non ha mai dimenticato l’epiteto di ‘ragazzotto’ e che il Cavaliere non gli ha mai perdonato l’attacco sul Milan ‘ridotto al punto da far pena’.
A fronte del ‘primato’ rivendicato da Berlusconi, in continuità con la tradizione del centrodestra, Salvini ha demandato ‘ai cittadini’ la scelta: è stato un modo per sottolineare i nuovi rapporti di forza, e per confutare le analisi degli esperti che accreditano in prospettiva il Cavaliere di maggiori margini di recupero, capace quindi di emergere dalle urne come primo partito dell’alleanza.
Nonostante la distanza e le differenze è assai probabile che i due saranno alleati l’anno prossimo.
Per molti Doveva essere il ‘Tajani day’, il giorno dell’investitura a premier del presidente del parlamento Ue, invece si è trasformato in un ‘Berlusconi day’. Sul punto l’ex premier ci scherza su per sdrammatizzare e al coro partito dalla platea ‘c’è un solo presidente’ proprio all’inizio dell’ intervento, replica: e questo presidente e’ Tajani…’.
Berlusconi, dunque, mette i puntini sulle ‘i’ quando parla di leadership ma usa toni concilianti con la Lega quando parla di programma in vista delle prossime politiche. Assicura che le divergenze con il Carrroccio saranno superate, a cominciare dal nodo della moneta unica: ‘Salvini ha detto che non vuole l’euro, io personalmente ritengo che non si possa uscire dall’euro. Questa cosa con Salvini sta per andare a posto, avete visto che in questi mesi sta cambiando posizione’.
Il terreno del duello rimane l’Europa, che evidenzia i gradi di separazione tra ‘alleati’, consente loro di tenersi per il momento a distanza e mostra le divergenti strategie per accaparrarsi elettori. Si capisce allora perché Salvini abbia chiesto un chiarimento a Berlusconi sulla sua idea di Unione Europea, riproponendo il tema come una pre-condizione, come una pregiudiziale per siglare un nuovo patto. Ma la mossa rischia di avere meno presa sull’opinione pubblica rispetto al passato. E il Cavaliere, forte di un rinnovato endorsement del Ppe, ha avuto gioco facile nel ricordare che i populisti sono stati sempre sconfitti nel Vecchio Continente, e che solo sotto l’ombrello dei Popolari con la sinistra in crisi può essere garantita una vittoria elettorale.
Ed ecco il punto. Lo scontro sul primato nell’alleanza tiene lontano il confronto su un nodo che prima o poi dovrà essere sciolto. Perché non c’è dubbio che il centrodestra abbia le potenzialità per risultare primo alle elezioni, i sondaggi stanno a testimoniarlo. Scommettere sul risultato — come fanno tutti i dirigenti del rassemblement — è un’affermazione che cela però un’ambiguità. Perché il tema è se il centrodestra avrà poi una maggioranza nei due rami del Parlamento per formare il governo. E siccome in un sistema tripolare non c’è proiezione che accrediti questa prospettiva, in tal caso la coalizione mostrerebbe i propri limiti e si rivelerebbe «in-coalizzabile», incapace cioè — nella sua interezza — di garantirsi o di accettare l’appoggio di altri gruppi alle Camere. Sarebbe quello un altro bivio, anzi il vero bivio del centrodestra (come di un ipotetico centrosinistra). E dinnanzi a una simile evenienza ognuno sta disponendo i propri pezzi sulla scacchiera politica, mettendo in conto una separazione. Berlusconi si sta attrezzando, lo si è capito quando ha rivelato che — in caso di vittoria — farebbe al Quirinale il nome di Tajani, attuale presidente dell’Europarlamento, come presidente del Consiglio.
Il cav rilancia il suo ruolo di king maker spiegando che l’età non conosce limiti: ‘Per governare il paese non si può improvvisare e inventare, serve una grande esperienza decisionale. Volevo fare un patto col diavolo per farmi togliere 20 anni, lui ha iniziato a togliermeli un po’, ma guardandolo allo specchio ho dubitato, 40 anni di esperienza in più rispetto al loro candidato, e ‘ un valore aggiunto da far valere.
Berlusconi rispolvera vecchi cavalli di battaglia sul fisco e giustizia. ‘Il nostro programma è sempre quello di meno tasse per famiglie, partite iva e imprese in modo da dare più lavoro, secondo gli insegnamenti di Reagan e Thatcher. Siamo vicini con la Lega su flat tax, io sono per il 25 per cento’, garantisce.
Berlusconi promette che una volta al governo farà la riforma della giustizia, la separazione delle carriere tra Pm e giudici, la revisione delle intercettazioni. Aboliremo effettivamente Equitalia e toglieremo la tassa sulla prima Casa casa’. Poi annuncia di voler porre a 8mila euro il limite del contante, pensione minima a mille euro.
Il leader azzurro si sente in campagna elettorale e si vuol giocare le sue carte mettendoci la faccia, convinto che il centrodestra vincerà in Sicilia e anche alle politiche del 2018 come confermato da tutti i sondaggi.
Il cav è in vena di battute, rilancia il movimento animalista della Brambilla e racconta una delle sue storielle: ‘Ho fatto fare dei sondaggi. In italia ci sono 8 milioni di cani e 12 milioni di gatti. Ho fatto fare pure un sondaggio particolare, perché, pur avendo trascorso un’estate monacale, sono sempre un po’ birichino, e ho chiesto alle donne se preferiscono stare con loro marito o il cane e il gatto. Il 72 per cento ha risposto di preferire il loro cagnolino…’.