Il post elezioni non inizia nel migliore dei modi per Silvio Berlusconi. Dopo un breve periodo di silenzio, i giornali tornano a dedicare le proprie prime pagine ai guai giudiziari del Cavaliere.
Questa volta l’ex premier è accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. In particolare la Dda di Napoli sta facendo luce su un presunto ‘scambio di denaro’ tra il Cav e il senatore De Gregorio che avrebbe ricevuto dal leader del Pdl ben tre milioni di euro, in relazione al suo passaggio al Pdl. Sulla vicenda indagano i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta che nello scorso anno portò al coinvolgimento del senatore De Gregorio, nonche’ i pm della Dda Francesco Curcio, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. In mattinata sono stati notificati avvisi agli indagati.
In particolare tra De Gregorio e Berlusconi, ci sarebbe stata una vera e propria compravendita. A sostenerlo davanti ai pm, il commercialista di De Gregorio, Andrea Vetromile, ascoltato il 29 febbraio 2012 come persona informata dei fatti. “Fu Lavitola che accreditò De Gregorio presso Berlusconi – dice – De Gregorio è socialista come Lavitola”, spiega Vetromile. In particolare l’attuale senatore, tentò nel 2005 di candidarsi con Forza Italia, ma venne escluso per l’intervento di Fulvio Martusciello, consigliere regionale, e quindi si candidò con Di Pieto e prende 80mila voti.
“Una volta eletto passò nelle fila del centrodestra – racconta il commercialista – fu proprio Lavitola, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi che concretizzò questo accordo… voglio precisare che l’accordo venne lautamente remunerato”.
Di negoziato tra il Cavaliere e De Gregorio, parlò anche Lavitola nell’interrogatorio del 25 aprile: “Ando’ a negoziarsi la nomina a presidente della commissione difesa del Senato… votò con il centrodestra e fu eletto presidente”, ha dichiarato l’ex direttore de L’Avanti.
Intanto la Guardia di Finanza, ha sequestrato una cassetta di sicurezza nella disponibilità di Silvio Berlusconi, che potrà essere perquisita, solo dopo l’ok di Camera e Senato. Al Cavaliere è stato notificato un invito a presentarsi per rendere interrogatorio per i reati di corruzione e finanziamento illecito dei partiti per i quali indagato insieme con il senatore De Gregorio e l’ex direttore dell’Avanti, Walter Lavitola.
Provvedimenti che hanno mandato su tutte le furie il Cavaliere, che ha già annunciato una grande manifestazione di piazza contro i magistrati: “Non sono ancora esauriti i commenti sui giornali dei successi elettorali e già ricomincia l’aggressione della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi. Annunciamo fin da ora una grande manifestazione di piazza a difesa della sovranità del Pdl e della democrazia italiana”, ha dichiarato il segretario del Pdl Alfano, rendendo esplicite le intenzioni di Berlusconi.
Ma la posizione del leader del Popolo della Livertà, si aggrava anche dopo le dichiarazioni del senatore De Gregorio, che avrebbe ammesso ammesso di aver ricevuto ingenti somme di denaro da Silvio Berlusconi per sabotare il governo Prodi. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, De Gregorio si sarebbe presentato a dicembre scorso ai magistrati della Procura di Napoli per rendere spontanei dichiarazioni. In particolare De Gregoro avrebbe ammesso di aver ricevuto soldi in nero da Lavitola. In particolare il senatore avrebbe spiegato di essersi accordato con Berlusconi per diventare un esponente dell’opposizione determinando più volte la sconfitta in aula del Governo, che si reggeva su una esigua maggioranza.
“L’accordo si consumò nel 2006…il mio incontro a palazzo Grazioli con Berlusconi servì a sancire che la mia previsione di cassa…era di 3 milioni e che immediatamente partirono le erogazioni”. E’ quanto ha raccontato ai pm di Napoli il senatore De Gregorio. “Ho ricevuto 2 milioni in contanti da Lavitola a tranche da 200/300mila euro”.
Dichiarazioni dalle quali il Cavaliere prende le debite distanze. Incontrando i giornalisti al termine del processo Mediaset, il Cavaliere ha dichiarato che De Gregorio è stato costretto a mentire.
Alfano: “Anm non superi limiti Costituzione”. Toni duri quelli di Alfano contro la magistratura, che ha tentato di impedire la manifestazione voluta dal segretario del Pdl e da Berlusconi. “Mai nella storia dei pur turbolenti rapporti tra magistratura associata e politica si era mai raggiunto il livello di oggi. Mai la Anm si era spinta a diffidare, a tentare di impedire la manifestazione di un libero pensiero e di libere proteste in una piazza di un Paese democratico e repubblicano. “E’ quanto dichiara il segretario del Pdl, Angelino Alfano. “Invitiamo la Anm a non superare, non tanto i limiti del buon senso, ampiamente varcati, quanto quelli delle leggi e della Costituzione a cominciare dagli articoli 21 e 49”, conclude.