Berlusconi, nuovo processo? Su cosa indagano i magistrati di Firenze

Nelle stesse ore in cui il governo presieduto da Mario Draghi rischia di crollare a pochi mesi dal termine della legislatura, le forze politiche che compongono la sua variegata maggioranza non riescono a trovare pace. A partire dal Movimento 5 Stelle, che con il proprio presidente Giuseppe Conte ha lanciato una serie di ultimatum al premier rischiando di aprire una crisi istituzionale  che pare destinata ad aggravarsi in queste ore così concitate.

Anche la Lega sta mostrando un certo nervosismo e sono sempre più evidenti i segnali di una crescente insofferenza nei confronti dell’Esecutivo. Stato d’animo che il leader Matteo Salvini non fa nulla per nascondere, a differenza dell’ala governista del partito (rappresentata dal ministro Giancarlo Giorgetti, ma anche dai governatori delle Regioni) che chiede a gran voce di proseguire con l’esperienza di governo guidata dall’ex capo della Bce.

In questo scenario ai limiti dell’esplosione, gli altri attori in scena continuano a mostrarsi fedeli a Draghi, a cominciare dal Partito Democratico, proseguendo con il nuovo gruppo parlamentare guidato da Luigi Di Maio (la sua creatura Insieme per il Futuro è nata appositamente per supportare il premier in caso di emergenza) e proseguendo con Forza Italia, che tramite il proprio fondatore Silvio Berlusconi ha chiesto al Consiglio dei ministri di proseguire il proprio cammino indipendentemente dalle scelte definite “schizofreniche” dei grillini.

Ma per il Cavaliere sono giornate intense anche su un altro fronte che lo vede coinvolto in prima persona, ossia quello giudiziario. Questo perchè è circolata la notizia che vedrebbe la Procura di Firenze impegnata ad indagare sui finanziamenti ricevuti dalla Fininvest Spa nel periodo che va dal 1977 al 1980. Un arco temporale in cui l’azienda dell’ex premier registrava “ingressi privi di paternità per una somma di circa 43 miliardi di lire” (questo quanto riportato testualmente in una memoria depositata presso il Tribunale fiorentino lo scorso 6 giugno).

I pubblici ministeri Luca Turco e Luca Testaroli ritengono che ci sia ancora un alone di mistero su chi abbia versato quei fondi nelle casse della Fininvest Spa. Un dubbio condiviso anche dai giudici del Tribunale del Riesame del capoluogo toscano, che contestualmente a questo filone lo scorso 1 luglio hanno predisposto un’ordinanza con cui confermano i sequestri effettuati nei confronti dei familiari del boss Giuseppe Graviano, figure non indagate ma ritenute molto vicine a Silvio Berlusconi nel corso di quel periodo.

L’inchiesta nella quale entrano questi ultimi atti giudiziari è quella che vede indagati Marcello Dell’Utri e lo stesso Cavaliere per il reato di concorso in strage in relazione a un presunto ruolo di “mandanti esterni” nelle stragi del 1993 a Milano e Firenze (ci furono 10 morti) e negli attentati di Roma contro le basiliche di San Giorgio e San Giovanni e contro il conduttore tv Maurizio Costanzo, più l’attentato fallito allo stadio Olimpico del gennaio 1994.

I finanziamenti alla Fininvest Spa sono dunque emersi in maniera collaterale, nel tentativo operato dai pm di evidenziare il ruolo di Graviano e dei suoi affiliati in quella strategia stragista messa in atto negli anni a cavallo tra la fine della Prima e l’inizio della Seconda Repubblica.

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