”Letta e Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità. Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica?”. Queste le parole di Silvio Berlusconi a “Tempi”. “Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i ‘miei guai giudiziari’ ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette “larghe intese”, si legge nella lettera di Berlusconi indirizzata a “Tempi” Silvio Berlusconi spiega di non averlo più voluto sostenere il governo ”quando Letta ha usato l’aumento dell’Iva come arma di ricatto nei confronti del mio schieramento. Lì ho capito che non c’era più margine di trattativa”. “Il Pd (compreso Matteo Renzi) ha tenuto un atteggiamento irresponsabile soffiando sul fuoco senza dare alcuna prospettiva politica”, dice ancora il leader del Pdl, e aggiunge: “pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta”. “Resistere per me è stato un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che senza il mio argine – che come è evidente mi ha portato ben più sofferenze che ricompense – si imporrebbe un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale”. ”I settori politicizzati della magistratura sono pervenuti a un’incredibile, ingiusta perché infondata, condanna di ultima istanza nei miei confronti. Ed altre manovre persecutrici procedono in ogni parte d’Italia”. “Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano.
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