Si continua a parlare dell’eredità di Silvio Berlusconi. A distanza di circa quattro mesi dalla morte dell’ex presidente del Consiglio, il tema del suo lascito ai figli fa ancora discutere. Se inizialmente si parlava molto delle donazioni inserite in un documento redatto nelle fasi più delicate della sua malattia, ora l’attenzione è rivolta all’aspetto fiscale. È infatti reale la possibilità che l’Agenzia delle Entrate resti ben al di fuori del processo di suddivisione delle somme. Ma davvero non ci sarà alcuna tassa sulla successione?
Effettivamente la prospettiva è reale, con il Fisco che potrebbe incassare esattamente zero dall’eredità milionaria di Silvio Berlusconi ai suoi figli. Stando ai valori di mercati, il lascito avrebbe un valore complessivo tra i 5 e i 6 miliardi di euro.
Non si tratta ovviamente di una somma percepibile in ‘forma liquida’. Il patrimonio tiene infatti conto di beni immobili, conti bancari, gioielli ma soprattutto quote azionarie. In base all’atto registrato dal notaio, però, il patrimonio netto ammonta a 458 milioni di euro. È questa la somma sulla quale andrebbero calcolate le tasse di successione. Tutto il resto non è riducibile in cifre precise.
I figli del Cav hanno chiesto l’esenzione fiscale per il passaggio di 423 milioni di euro, il valore di libro delle quattro holding cui fa capo il 61,2% di Fininvest. Lo conferma l’istanza allegata alla Dichiarazione telematica di successione dopo le anticipazioni di Repubblica sul tema. La richiesta riguarda le Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava, vale a dire le società che erano di Silvio Berlusconi e che, a patrimonio netto ai fini fiscali, valgono appunto 423 milioni.
Si tratta di gran parte dell’ammontare di 458 milioni, il valore ai fini fiscali, del lascito testamentario composto anche da 35 milioni di euro di proprietà immobiliari che erano intestate direttamente a Silvio, nonché di mobili, quadri e barche.
La richiesta di Marina, Piersilvio, Eleonora, Barbara e Luigi Berlusconi avviene a norma di legge. I trasferimenti, a favore dei discendenti e del coniuge, ‘di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta’ di successione se gli eredi proseguono l’esercizio dell’attività d’impresa o ne detengono il controllo per almeno cinque anni.
Non a caso i cinque figli di Berlusconi si erano accordati e impegnati a non cedere le loro quote per cinque anni, fino a giugno 2028.
Sull’eredità dell’ex premier e leader di Forza Italia sembra essere spuntato anche un nuovo erede: un imprenditore che vive in Colombia. Un testamento speciale, non olografo, con la firma di Silvio Berlusconi, sottoscritto in Colombia il 21 settembre 2021, è stato depositato e pubblicato dall’imprenditore torinese 55enne Marco Di Nunzio presso uno studio notarile di Napoli il 3 ottobre. Lo rende noto il procuratore generale di Di Nunzio, l’avvocato Erich Grimaldi. L’imprenditore piemontese, che vive in Colombia, sostiene di essere stato legato da un rapporto di amicizia con l’ex premier.
‘Per la legge italiana – dice l’avvocato Grimaldi – così è stata conferita piena validità al testamento’. Il Cavaliere avrebbe lasciato a Di Nunzio il 2% delle azioni Fininvest, 26 milioni di euro, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave ‘Principessa VaiVia’ e anche le altre imbarcazioni.
Grimaldi ha formalizzato una diffida ai cinque figli di Berlusconi con la quale ha chiesto l’immediata immissione nel possesso dei beni. L’avvocato afferma che il testamento speciale è stato stipulato il 21 settembre 2021 nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa, a Barrio Espinal, in Colombia, e apostillato dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano.
‘Ora il documento notarile – aggiunge – è divenuto valido a tutti gli effetti e dovrà essere ufficialmente considerato e inserito obbligatoriamente nella pratica successoria di Silvio Berlusconi’. A notifica avvenuta – dice il procuratore generale dell’imprenditore Di Nunzio – i legati testamentari saranno, di certo, sottoposti al vaglio della famiglia del Cavaliere, del notaio Roveda e dello stesso Comitato direttivo della società Fininvest, in considerazione anche del 2% delle azioni della relativa società quotata in Borsa, assegnatogli da Berlusconi in sede testamentaria.
Chi è Marco Di Nunzio
Nel 2013 si candidò alla presidenza della Regione Lombardia con la lista ‘Movimento Bunga Bunga’, poi esclusa dalla commissione della Corte d’appello di Milano a causa di presunte irregolarità nelle firme: la vicenda dette luogo ad un’inchiesta giudiziaria.