Silvio Berlusconi si prepara all’offensiva di fine estate. L’ex presidente del consiglio sarebbe pronto a tutte le soluzioni, compresa la rottura dell’attuale maggioranza che sostiene il governo Letta, se non arrivano segnali distensivi dal Pd. Il 9 settembre si fa sempre più vicino e stando alle dichiarazioni dello stato maggiore dei Democrat la Giunta per le Autorizzazioni dovrebbe votare la decadenza del Cav. L’ultima parola spetterebbe sempre all’Aula del Senato ma potrebbe trattarsi solo di una semplice formalità. Berlusconi si aspetta un atteggiamento diverso dai suoi avversari-alleati di governo e se non dovessero cambiare le cose entro fine agosto passerebbe all’attacco: sarebbe già pronto un video messaggio dagli esiti incerti sulla stabilità del governo di larghe intese. Ma una via d’uscita esiste ancora ed è stata affidata ad Angelino Alfano e ai due capigruppo di Camera e Senato. Lo stato maggiore del Pdl incontrerà il presidente del consiglio Enrico Letta al suo ritorno dalla visita di stato in Austria. Al premier riferiranno la linea del Pdl e chiederanno una sponda contro i falchi del Pd. Si chiede distensione altrimenti il governo potrebbe veramente saltare. La ‘sopravvivenza politica’ di Silvio Berlusconi è legata all’interpretazione della legge Severino e alle norme sulla incandidabilità e decadenza dalla carica politica. A riguardo il ministro Gaetano Quagliariello ha messo in guardia dai rischi di “implosione del sistema” che l’Italia potrebbe correre se il Senato votasse per la decadenza di Silvio Berlusconi, ricordando il clima politico che aprì le porte al fascismo. “Se si dovesse trasformare la Giunta del Senato da luogo della meditata ponderazione al teatro di un plotone di esecuzione, il centrodestra avrà il suo dramma da affrontare ma l’Italia non ne uscirebbe indenne”, ha scritto il ministro per le Riforme costituzionali in un intervento che sarà pubblicato nel Foglio quotidiano.
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