“Il Pdl non è un partito allo sbaraglio”. Lo assicura Silvio Berlusconi , che così risponde ai giornalisti, che lo attendevano alla stazione Termini, dove il Cavaliere è arrivato a bordo di un Frecciarosa.
Segnale forte quello dell’ ex premier, abituato a viaggiare in aereo. Potrebbe infatti significare che anche i politici stanno dando un contributo tangibile alla spending review. Ma nel suo caso potrebbe trattarsi di una scelta di comodo, dovuta alla chiusura per lavori di Ciampino e alla disponibilità di uno slot a Fiumicino solo nel tardo pomeriggio.
E su Matteo Renzi, a chi gli domanda se il suo sostegno al nuovo candidato del Pd vada interpretato come un ‘bacio della morte’, il Cav. risponde ironico:“Allora vorrà dire che non lo bacerò più”.
Il Cavaliere non scherza però sul Laziogate. “Renata Polverini si è assunta responsabilità che sono di sistema e riguardano tutte le classi dirigenti in ogni partito. Nessuno può chiamarsi fuori. Tutti i gruppi nel Consiglio regionale del Lazio erano corresponsabili: maggioranza e opposizione”, afferma. “E’ necessario intervenire con estrema decisione, con coraggio e severità: la politica in Italia rischia di morire nel discredito in conseguenza di comportamenti collettivi e individuali intollerabili al senso comune e alla coscienza pubblica. Nessuno può chiamarsi fuori”.
“Bisogna abrogare il sistema di finanziamento di gruppi e partiti così come l’abbiamo conosciuto. Si sono fatti dei passi in questa direzione, a livello centrale, ma non basta”, sostiene l’ex premier.
Berlusconi: Polverini si è dimessa da incolpevole. Polverini, Governo Monti ed avversari politici. Ne ha per tutti l’ex premier Silvio Berlusconi, che intervistato all’Huffington Post, si mostra più carico che mai. “Renata Polverini non ha fatto niente di immorale né di illegittimo, apprezziamo la sua scelta. L’ex presidente del Lazio, con le sue dimissioni ha ritenuto, di fronte alle gravi emergenze venute alla luce, di consentire un cambiamento dell’amministrazione”. Ed in merito alla necessità di rinnovare il partito, ironizza: “Quel Fiorito non è una faccia vecchia, ha 41 anni anche se gliene davo 60. Certo che bisogna immettere personalità nuove, ma non sempre basta essere giovani. Bisogna essere giovani e capaci, giovani e professionali. L’unica cosa da evitare è il professionismo della politica, quello di chi ha alle spalle trent’anni in parlamento e quando va in televisione la gente non ne può più. Io vorrei che in televisione andassero solo i giovani”.
Più critico invece con il governo Monti, colpevole per l’ex premier di “lasciarsi influenzare troppo dalla sinistra e di essere “poco coraggioso”. Il Cavaliere non è contento neppure di come l’esecutivo italiano tratta con la Germania: “Io sarei stato meno ligio con la Merkel, leader di uno stato egemone che detta ad altri paesi europei la regola del rigore e dell’austerità”.
Berlusconi poi, non fa menzione della possibilità di un suo ritorno da candidato premier, ma in linea con il clima-preelettorale, rivela cosa avrebbe fatto se si fosse trovato al posto di Monti: “Io non avrei aumentato le tasse, c’è un clima da stato di polizia tributaria. Io abolirei l’Imu sulla prima casa e,troverei i soldi con l’accordo fiscale anti-evasori con la Svizzera”. Poi esorta il premier a “”cambiare passo e a puntare sulla crescita”.
Toni decisi anche per i tecnici che, secondo l’ex premier, “sono diventati protagonisti della politica”. Poi però ammette: “io stesso mi considero un tecnico sceso in politica”.
E sui politici, quelli nemici però, Berlusconi si mostra determinato: “Fini ha tradito e ha dato un contributo all’antipolitica”.Il Cavaliere però è un uomo buono e sa anche perdonare: “Tremonti lo aspetto a braccia aperte se vuole essere nostro alleato”.I
n merito invece agli avversari non ha dubbi: “Tra i grillini ci sono giovani animati da una sincera volontà di impegnarsi. Ma hanno poco a che fare con Grillo, che resta uno straordinario istrione”. E Renzi “ha anche lui le sue cadute demagogiche”.
Non cambia idea invece sugli avversari di sempre: “Ci sono ancora in Italia partiti che si definiscono comunisti. Ma soprattutto bisogna scongiurare che l’Italia finisca in mano a soggetti che in comune non hanno proprio nulla. Io stesso ho avuto problemi con i miei alleati, eppure partivamo da basi comuni che sembravano solide. Cosa potrà mai accadere all’Italia governata da un’armata Brancaleone che comprende Vendola e Casini, Bersani, la Bindi e Di Pietro? “
Ed infine Berlusconi difende il suo passato, pubblico e privato: “Mi sono sempre comportato correttamente, in privato e in pubblico. Non ho mai fatto nulla contro la legge né contro la morale. Tutto il resto è disinformazione e diffamazione. L’uso della giustizia per eliminare gli avversari politici è una patologia grave della nostra democrazia”.