Archiviato il capitolo primarie, Bersani guarda al futuro. E tra i tanti ‘nodi aperti’ della politica italiana, sceglie, come prima tappa, la ‘questione Libia’. Proprio da Tripoli, il candidato premier del Pd, ne spiega i motivi: “C'è tantissimo da fare, tante cose buone. Questo è un mondo in evoluzione con grandi cambiamenti, che ha un sentimento di amicizia profonda con l’Italia e chiede aiuti politici, economici e culturali. L’Italia ci deve essere mentre ho l’impressione che abbiamo perso la percezione che siamo un grande Paese con un ruolo nel Mediterraneo”. Interpellato poi in merito all’attualità politica italiana, ironizza sull’eventualità di uno ‘scontro frontale’ con Berlusconi alle prossime elezioni: “Auguri… se sarà sfida la faremo. Non vedo l’ora”.
Riforma elettorale – Poi torna serio e spiega che tra le sue priorità post-primarie, c’è la riforma della legge elettorale: “Il dossier più importante è la legge elettorale in relazione allo sbandamento del centrodestra. Se domani – continua il segretario Pd – il Pdl avrà una riunione per decidere la linea politica, per favore ci faccia sapere cosa pensa precisamente, e sul piano politico, della legge elettorale, perché non capiamo più, è la ventesima proposta, e non conosciamo le intenzioni politiche”.
Nessun duopolio su ticket. “Quello che abbiamo fatto non l’abbiamo fatto io e Renzi, non sono voti di Renzi o Bersani. Ticket? Non abbiamo il duopolio, io non pretendo il monopolio ma siamo un collettivo aperto e plurale, discutiamo insieme e poi siamo uno squadrone che vuole servire il Paese”, spiega ancora Brersani da Tripoli.
Election day. “Ho sempre pensato che sia sensato tenere separate le elezioni regionali e politiche. Dopo di che voglio capire se Alfano e Berlusconi vogliono e come le elezioni politiche a febbraio. Parlare di election day senza capire cosa significa è difficile”, conclude il segretario del Pd.