Guido Bertolaso non molla. Nonostante si facciano sempre più insistenti le voci di un possibile ‘cambio di cavallo’ da parte di Silvio Berlusconi, l’ex capo della Protezione Civile fa sapere: ‘Non mi tiro indietro e Berlusconi mi ha chiesto di andare avanti. Chi mi ha accompagnato mi ha domandato se io intendo ritirarmi e per l’ennesima volta, come ho fatto in queste settimane, ripeto che io vado avanti. Il mio obiettivo è il 5 giugno e i romani decideranno chi sarà il sindaco di Roma sulla base di programmi e non di voci. Oggi è una giornata particolare, è il Natale di Roma e tutto capita in una giornata particolare. Vi sono alcuni eventi previsti come la riunione di Fi che mi ha rinnovato l’appoggio dando mandato a Berlusconi di verificare se si può trovare un’unità. Non mi risulta che mi manchi l’appoggio di Forza Italia. Oggi non ho partecipato alla loro riunione non certo perché non mi abbiano chiesto di andare, ma per una questione di stile. Dopo ho incontrato tutti i protagonisti della riunione e ho trovato da parte di tutti la volontà ad andare avanti. Non sono i sondaggi i problemi di questa città, il problema è che tra qualche mese sul fronte immondizia Roma rischia di trovarsi peggio della situazione che io mi sono trovato ad affrontare a Napoli dieci anni fa’. Quanto detto segue la riunione che si era svolta in Forza Italia, che aveva aperto il suo ufficio di presidenza, dove si è assistito ad una forte frattura nel partito tra chi sosteneva la necessità di tutelare l’unità della coalizione, convergendo sulla Meloni, e chi paventava la subalternità alla Lega qualora si fosse virato sulla presidente di Fratelli d’Italia. Tutti sostenevano che un centrodestra unito sarebbe stato in grado di battere la sinistra e che una corsa solitaria a Roma avrebbe rischiato di portare il partito all’irrilevanza. L’altra ala del partito, capitanata da Antonio Tajani, si era opposta alla candidatura della Meloni e lavorava ad un’intesa tra Bertolaso, Marchini e Storace. Berlusconi ha ascoltato tutti ma ha fatto restare attive le candidature di Meloni e Bertolaso. In pratica non ha trovato la ‘quadra’. A seguito di questo Bertolaso si presenta alla Camera dei deputati per una conferenza stampa rilasciando le suddette dichiarazioni ed aggiungendo: ‘Ma vi pare che uno come me che ha avuto tre medaglie d’oro al valore civile, quattro lauree honoris causa, 57 cittadinanze onorarie in tutta Italia, che si è trovato di fronte i Khmer rossi, che ha affrontato situazioni drammatiche come i bambini che muoiono in Africa o come i terremoti, si può preoccupare dei problemi della politica?’. In sintesi si andrà su Roma divisi. Di certo c’è che Meloni e Salvini, invitati da Berlusconi per un summit, non si erano presentati. La Meloni era stata chiara durante un’intervista a SkyTg24, prima di inaugurare la sua campagna elettorale: ‘Porte aperte ma non aspettiamo più nessuno. Ho parlato con Berlusconi e ci parlerò ancora. Le mie porte sono aperte a tutti ma non aspettiamo più nessuno. Di fronte a un’occasione così importante è secondaria la tattica di partito e spero che alla fine vinca il buonsenso. Ho deciso di candidarmi quando ho capito che Bertolaso è un candidato che non può arrivare minimamente al ballottaggio’. Salvini, è stato secco nel suo commento: ‘Berlusconi ha pessimi consiglieri che lo faranno perdere. Siamo qui per Roma e gli altri se arrivano sono i benvenuti e aspetto Forza Italia sperando che venga. Chi non appoggia Meloni aiuta Renzi, e chi aiuta Renzi non sarà mai alleato della Lega’.
Cocis