Ottavo giorno di manifestazioni di piazza e altre azioni contro i militari che hanno preso il potere in Birmania, nonostante la dura repressione messa in atto e l’appello dell’Onu per la liberazione della leader estromessa Aung San Suu Kyi.
Nei quartieri della capitale si sono costituiti dei gruppi spontanei di sorveglianza per contrastare gli arresti di attivisti.
La folla ha sfidato il coprifuoco notturno a seguito delle voci secondo cui la polizia si stava preparando a lanciare una nuova ondata di arresti.
Uno di questi gruppi si è diretto verso un ospedale nella città di Pathein, dove era atteso l’arresto di un noto medico, cantando una preghiera buddista che invocava protezione dai pericoli. L’uomo, di nome Than Min Htut, ha confermato poco fa all’ AFP di essere ancora libero e pronto a partecipare a una campagna di disobbedienza civile contro il governo militare. Anche a Rangoon la folla si è data appuntamento via Facebook ignorando le minacce della giunta militare, uscendo in strada con pentole e padelle.
Più di 320 persone sono state arrestate dal colpo di Stato della scorsa settimana, secondo il gruppo di monitoraggio dell’Associazione di assistenza per i prigionieri politici.