I violenti scontri avvenuti in Birmani fra i musulmani e buddisti, hanno messo alla fuga di 30.000 persone. Stando a quanto riferito dal responsabile locale per la sicurezza, quasi 31.900 persone sono state ospitate nei 37 campi allestire nello stato di Rakhine. Il ministro ha quindi sottolineato come la situazione sia oggi “sotto controllo” nella capitale Sittwe, dove sono state ripristinate “la pace e la sicurezza”. Il bilancio delle vittime degli scontri scoppiati venerdì scorso è di 29 morti: 16 musulmani e 13 buddisti locali. Decenni di discriminazione hanno lasciato i musulmani Rohingya senza stato, e sono considerati dall’Onu come una delle minoranze più perseguitate nel mondo. Sono circa 800.000 i Rohingya che vivono in Birmania, la maggior parte dei quali nello stato di Rakhine. Il governo birmano li considera degli stranieri, mentre molti comuni cittadini li reputano immigrati irregolari provenienti del vicino Bangladesh. “E’ molto difficile parlare di pace quando le due parti non si fidano l’una dell’altra”, ha detto Hla Thein, il responsabile della giustizia di Rakhine.
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