«Da quando Meloni è venuta a Caivano, lo spaccio è quasi scomparso». Don Patriciello conferma la svolta di Caivano dopo l’intervento del governo, e che il buonismo d’accatto non salva e non redime, perché solo una effettiva e risolutiva presenza dello Stato può cambiare le cose e estirpare dalle radici malaffare e paura quotidiana. Parole, quelle pronunciate a Sorrento dal sacerdote in prima linea contro camorra e microcriminalità, inequivocabili.
Lo ha detto nei giorni scorsi don Patriciello in un’intervista al Corriere della sera in cui ha rivelato tutta l’ipocrisia e il doppiopesismo di una certa cerchia dem che, anziché preoccuparsi della bomba sociale di Caivano – ridotto a un ghetto abbandonato dallo Stato nelle mani di spacciatori e criminali violenti – si premurava di commentare e speculare sulla visita del premier nel quartiere simbolo di degrado e presidio dell’illegalità, con tutto il suo carico umano di tragedia quotidiane.
«Da quando la Meloni è venuta a Caivano hanno intensificato la presenza della polizia e dei carabinieri in piazza, e lo spaccio non dico che sia finito del tutto, ma è diminuito notevolmente». Il che dimostra, come ha sottolineato a stretto giro don Patriciello, che «se ci fossero più vigili urbani. Più forze dell’ordine, probabilmente tante cose che vedono i bambini come vittime non accadrebbero». Una sferzata alla sinistra, assestata con un rilievo della realtà dei fatti, e che fa scattare l’associazione di idee con le parole di Roberto Saviano, per il quale l’intervento del governo a Caivano era stato solo «un’inutile sceneggiata di propaganda».
Don Patriciello, le sue parole pesano come pietre: «E voi che avete criticato l’intervento del governo e delle forze dell’ordine, vergognatevi”.
All’alba di martedì 10 ottobre i carabinieri hanno eseguito un decreto di fermo a carico di 9 persone, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Napoli, nei confronti di altrettanti indagati. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e corruzione. Tra di loro ci sarebbero anche esponenti dell’ex amministrazione comunale. L’operazione ha coinvolto anche San Marcellino e Aversa, in provincia di
I 9 indagati sono accusati, a vario titolo, di:
associazione di tipo mafioso;
estorsioni aggravate dal metodo mafioso;
corruzione e altro aggravati dalle finalità mafiose.
Le indagini, così come i fermi, coinvolgono anche alcuni esponenti della precedente amministrazione del Comune di Caivano.
Il provvedimento eseguito è una misura pre-cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, che sarà trasmessa al giudice per la convalida e l’emissione di ordinanza cautelare: provvedimento che, quindi, è impugnabile