ROMA. Marisa Garofalo, in un’intervista diretta telefonica nell’edizione di ‘Buongiorno Regione’, la trasmissione del Tg regionale calabrese della Rai, esprime rammarico per la fiction ‘Lea’, ispirata alla storia vera di Lea Garofalo e diretta dal regista Marco Tullio Giordana andata in onda su Rai Uno.
Forti le dichiarazioni della sorella di Lea, Marisa: “Lea è stata rappresentata malissimo come una ragazza rozza, ma non era così. Lei era molto signorile e parlava benissimo l’italiano”, ha aggiunto. “E’ stata rappresentata la mia famiglia in maniera vergognosa e ci sono momenti che non corrispondono alla verità”. Polemiche anche in merito all’associazione antimafia ‘Libera’ di don Ciotti: “Hanno rappresentato molto bene l’associazione Libera e forse lo scopo era proprio questo. Io purtroppo non riesco a vedere più mia nipote Denise, che so essere ‘gestita’ dall’associazione. E ogni volta che faccio riferimento a Libera poi salta l’incontro con mia nipote, non credo sia solo casualità. Lea ha pagato con la vita la sua scelta – ha concluso Marisa Garofalo – ma io non sono stata interpellata sulla realizzazione di questo film e non so il motivo”.
Di interpretazione diversa è il regista Giordana, che già nel film i ‘Cento Passi’ aveva girato con un cast di tutti attori siciliani per una migliore aderenza al contesto culturale e sociale. Pochi giorni fa, intervistato da Rai Fiction, aveva ribadito le intenzioni di girare un film “in cui l’elemento antropologico della cultura, anche arretratissima, di quella realtà fosse messa in evidenzia” e che quindi venissero “usati attori calabresi” per far sì di ” non avvertire una regia, nel senso di nasconderla, appunto perché le cose sembrino che stiano capitando sotto gli occhi mentre le vedi, che tu sei lì, assisti”. Quanto a Lea Garofalo, che nella notte del 24 novembre 2009 venne portata via per essere uccisa, possiamo aggiungere che ci sono riusciti, ma non per sempre.
Emilia Napolitano