“Bodies of light”, mostra ad Assisi dal 3 al 15 agosto 2024

LA MOSTRA

Dove?

Ad Assisi, nel Palazzo dei Priori (Sala ex Pinacoteca).

Quando?

Dal 3 al 15 agosto 2024, da lunedì a venerdì: 16 -19 / sabato e domenica: 10.30 – 12.30 / 16 -19

Cos’è?

Immersione nella luce, catarsi, binomio tra immanenza e trascendenza.

ANALISI E VERNISSAGE

La mostra, ideata da Eclipsis Style Project – progetto che si propone di valorizzare il patrimonio artistico, storico e culturale – è stata inaugurata il 3 agosto 2024.

La curatela fa capo a Raffaella Ferrari e Giancarlo Bonomo, critici e curatori d’arte.

La Dott.ssa Ferrari ha chiarito che il principio fondamentale dei progetti di Eclipsis è sempre quello di selezionare artisti che abbiano una storia professionale maturata nel tempo e consolidata nell’esperienza: ciò consente all’osservatore di individuare i tratti tipici di ogni creativo e i suoi topoi distintivi.

Il focus della mostra sono i corpi di luce, un tema ampiamente trattato a partire dalla filosofia greca fino ad arrivare a Dante e al fondatore dell’antroposofia Rudolf Steiner che di corpi di luce parla esplicitamente.

Nella visuale di Bonomo e Ferrari una buona collettiva non dovrebbe avere un numero elevato di artisti: si alimenterebbe altrimenti un affollamento di opere che penalizza la comprensione di ciascun creativo. 

Ed infatti sono nove gli artisti scelti per Corpi di luce, nove identità esclusive che illuminano la sala ex Pinacoteca nella Piazza del comune di Assisi.

Il vernissage è iniziato con la presentazione delle opere di Valeria Galante, architetto che strizza l’occhio all’incalcolabile e al colore brillante, prediligendo soggetti femminili che sembrano immersi in un’aurea moderna e luminosa.

A seguire l’acquerello, al contempo delicato e potente, di Andrea Scaranaro, pittore romagnolo che comunica all’osservatore la consistenza dei pensieri dematerializzati attraverso un trittico di proiezioni. 

Lucia Paravano, che plasma la sua arte a Santa Maria La Longa, il paese in cui Ungaretti scrisse la celebre poesia “Mattina”, era presente di persona; porta ad Assisi “Donne di Andromeda”, un set di opere dedicate alle donne – soggetto prediletto dalla Paravano – che fissano l’osservatore mentre sembrano muoversi assumendo posture così naturali e al contempo così poco convenzionali. 

Presente anche Cristina Suligoi, artista friulana che porta ad Assisi tre opere di pura luce, disposte a creare una climax discendente: Sogno, Oltre: la rivelazione, Sulle ali del tempo partono da un accenno somatico e si dissolvono in puro colore e scintillio.

La mostra affianca alla luce il tema della creatività: come quella dei danzatori di Edi Driutti che espone “Dalla sofferenza nasca la danza”, una serie fotografica di bassorilievi, ma anche sculture che raffigurano ballerine dai movimenti sinuosi e leggiadri: libertà di esprimersi e di dare forma alla propria creatività, questo sembra il messaggio che l’artista vuole lanciare.

C’è poi la scultura in terracotta dell’imolese Liè (Lietta Morsiani) dalla quale traspare una potentissima metamorfosi materica, come si evince da La signora del tempo, un’opera dal corpo di donna diviso a metà: una parte che guarda al futuro e l’altra che si volge al passato. Adorabili (e piene di messaggi nascosti) anche le sue due Pinocchie, rivisitazione al femminile del noto personaggio, esempio educativo senza tempo.

Presente il marito di Carla Poggi, artista di recente scomparsa, ma partecipe e presente con le sue opere dai tratti intimi, familiari ed affettuosi: colpisce l’immagine dell’allattamento e l’esclusiva presenza di soggetti bambini dipinti con colori tenui, quasi a voler restituire a chi osserva una pura genuinità.

Gino Maria Sambucco, artista friulano noto per i suoi scatti alle Dolomiti, proietta ad Assisi la sua fotografia esplosiva, un po’ pop e un po’ giocosa e ci dimostra che un’immagine si può ricostruire anche a partire da un piccolo particolare, come ad esempio gli occhi.

Chiudono il percorso luminoso gli angeli dematerializzati di Valeria Gubbati che, nel suo astrattismo, dosa attentamente luci ed ombre: il risultato è comunque un’esplosione di colore che sprigiona energia, come quella di un nunzio che ci accompagna e ci guida.

Il cuore pulsante della mostra è dunque rappresentato dalla luce e dal simbolismo che ne deriva.

Tutto ciò acquista un significato ancor più malioso nella sacra città di Assisi e ci richiama alla memoria i versi danteschi del Paradiso:

Però chi d’esso loco fa parole,

non dica Ascesi, ché direbbe corto,

 ma Orïente, se proprio dir vuole. 

(“Però chi parla di questo luogo non dica Assisi, perché sarebbe insufficiente, ma dica Oriente, se proprio ne vuole parlare”).

Il Poeta ci offre due nomi diversi: Ascesi e Oriente. Ascesi, legato forse al significato storico del nome di Assisi, per quel senso di salita che viene dalla posizione geografica del colle che bisogna salire per raggiungere o per andare oltre verso il monte Subasio e Oriente, il luogo dove sorge il Sole, che, con la sua luce, dirada l’oscurità dalla terra e permette la vita.

E proprio l’ascesi allegoricamente rappresenta la salita della persona verso le cose più alte dello spirito, consente quel movimento dialettico intraextra sperimentabile in Bodies of Light.

articolo redatto a cura di Piera Toppi

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