ROMA. Sul fronte delle pensioni, nella legge di stabilità ci sono solo “ interventi selettivi e parziali, che creano asimmetrie di trattamento”. Le critiche alla manovra arrivano dal numero uno dell’Inps, Tito Boeri, in occasione della presentazione del rapporto sociale dell’istituto. Il quale prosegue affermando, “ spero che il 2016 sia l’anno di un intervento organico, strutturato e definitivo sulle pensioni. Un intervento che contenga forme di flessibilità che sono possibili” . Secondo il presidente dell’Inps è un limite aver previsto la flessibilità pensionistica solo per il settore privato perché il “settore pubblico ha bisogno di una rotazione e del personale”. Dopo l’intervento di Boeri il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, non ha rilasciato dichiarazioni, ma entrando nella sede dell’istituto per la presentazione del bilancio, aveva ribadito che il ddl stabilità “è buono e socialmente qualificato” e “ non ci sono ragioni significative di polemica”. Dal bilancio sociale 2014 dell’Inps emerge che quasi un pensionato su due, il 42,5% percepisce un reddito pensionistico medio inferiore ai 1000 euro mensili. Tra questi il 12,1% non arriva a 500 euro al mese. Il reddito medio più basso è dei pensionati residenti al sud 1151 euro, al nord si sale a 1396 euro, mentre al centro si arriva a 1418 euro. La classe di età più numerosa tra i pensionati è quella dei 70-79enni, con circa 5,3 milioni di soggetti, con un reddito pensionistico medio mensile di 1339 euro, questa classe è seguita da quella immediatamente successiva degli ultra 80enni che sono circa 4 milioni, e hanno un reddito medio mensile di 1297 euro. La spesa lorda complessiva 2014 per le pensioni ammonta a 268,817 miliardi. Nel 2014 l’istituto ha erogato 20.920.255 pensioni tra cui 17.188.629 pensioni, previdenziali, ossia invalidità, vecchiaia e superstiti, per circa 243,514 miliardi di euro, e 3731,626 pensioni assistenziali per 25,303 miliardi.
Fabio D’Amora