L’ex presidente della Bolivia Jeanine Anez è stata arrestata questa notte in un’operazione alla periferia della città di Trinidad, capoluogo del dipartimento del Beni. L’informazione è stata confermata dal ministro dell’Interno, Carlos del Castillo, che ha comunicato la notizia attraverso il suo account personale su Twitter.
Anez è accusata di terrorismo, sedizione e cospirazione nel quadro del processo per il presunto “colpo di stato” contro l’ex presidente Evo Morales nel 2019. “Informo il popolo boliviano che la signora Jeanine Añez è già stata arrestata ed è attualmente nelle mani della polizia”, ha scritto Del Castillo. Dopo il suo arresto, anche Anez ha scritto su Twitter denunciando una persecuzione del governo di Luis Arce.
“Denuncio davanti alla Bolivia e al mondo, che in un atto di abuso e persecuzione politica il governo del Mas mi ha fatto arrestare. Mi accusa di aver partecipato a un colpo di stato mai avvenuto. Le mie preghiere per la Bolivia e per tutti i boliviani “, si legge nel tweet. Ieri, la polizia si era recata nella residenza di Anez a Trinidad, ma non trovandola in casa hanno proceduto a svolgere le indagini in città. Secondo quanto riportato dal sito d’informazione El Deber, l’operazione è stata guidata dallo stesso ministro del governo, Carlos del Castillo, e dal comandante generale della polizia, colonnello, Jhonny Aguilera. La Procura generale della Bolivia ha firmato ieri una serie di ordini di cattura nei confronti della ex presidente Añez, di vari suoi ex ministri e di ex alti ufficiali delle Forze armate, nell’ambito del processo per il presunto “golpe” ai danni di Morales. Eseguendo i numerosi ordini di cattura, venerdì la polizia boliviana ha prima arrestato l’ex ammiraglio Flavio Arce e successivamente l’ex ministro dell’Energia, Rodrigo Guzman, e l’ex collega della Giustizia, Alvaro Coimbra. Alcuni altri imputati – come gli ex ministri Arturo Murillo e Luis Fernando Lopez e l’ex generale Orellana – sono fuggiti all’estero e dovranno essere localizzati ed eventualmente richiesti in estradizione. Per tutti l’accusa è di terrorismo, sedizione e cospirazione, riguardante le forzate dimissioni di Morales costretto ad esiliarsi per oltre un anno all’estero, e i gravi incidenti con le forze dell’ordine che causarono almeno 36 morti a Senkata e Sacaba.