Per limitare gli effetti dell’aumento dei costi delle materie prime sulle bollette elettriche il governo sta studiando un intervento sugli oneri generali di sistema. Una voce arrivata a pesare negli ultimi sei anni fino a un quarto della spesa totale sostenuta dagli utenti finali con cifre pari a 14-15 miliardi annui.
La riforma – secondo quanto trapela da una bozza del nuovo disegno di legge per la concorrenza anticipata dal Sole 24 Ore – prevede, inoltre, di trasferire sotto la fiscalità generale gli oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92 (componente Asos) che – stando ai numeri pubblicati dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) nell’ultima Relazione annuale al Parlamento e al governo – rappresentano circa il 70% dei 14,9 miliardi di euro di oneri del 2020.
“Nella bozza del Ddl, – scrive il quotidiano quotidiano economico-finanziario – si apre anche alla possibilità che tali oneri vadano a gravare, in modo selettivo, sul consumo di combustibili fossili nel riscaldamento e nei trasporti con meccanismi di gradualità”. Il ministero della Transizione ecologica – si legge nella bozza del documento – ritiene, tuttavia, “necessaria una compiuta riforma della materia”.
L’Arera ha in diverse occasioni rimarcato la necessità di eliminare fin da subito dalla bolletta “gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica”. Si tratta delle voci che coprono i costi di smantellamento delle centrali nucleari dismesse e anche gli oneri a copertura del regime tariffario speciale riconosciuto a Rfi per i consumi di elettricità sulla rete tradizionale. Secondo l’Antitrust “alla copertura di tali oneri si può provvedere mediante trasferimenti dal bilancio dello Stato”.
Se la strada per la riforma appare tracciata ma ancora lunga, il governo prosegue con interventi nell’immediato per alleviare il peso dei rincari in bolletta. Con il decreto “Lavoro e imprese” approvato lo scorso primo luglio il governo ha già previsto di destinare 1,2 miliardi di euro alla riduzione degli oneri generali di sistema per il prossimo trimestre, utilizzando parte di quanto ricavato dalle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di CO2 (Ets). “Anche per l’Italia – spiega l’Arera in una nota – il forte aumento delle quotazioni delle materie prime, in continua crescita da inizio anno per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti la pandemia, nonché la decisa crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento di circa il 20% della bolletta dell’elettricità, se il governo non fosse intervenuto con un provvedimento di urgenza per diminuire la necessità di raccolta degli oneri generali in bolletta del prossimo trimestre”.
L’incremento nel terzo trimestre del 2021, per la famiglia tipo in tutela, è stato contenuto a + 9,9% per la bolletta dell’elettricità e + 15,3% per quella del gas. Come già accaduto agli inizi di luglio il governo potrebbe nuovamente far ricorso alle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di CO2 per calmierare la prossima stangata in bolletta.