L’Arera mette in guardia il Governo e gli italiani: ci saranno aumenti senza precedenti, col rischio di default per i fornitori e costi a carico dei clienti
Il nuovo calcolo delle bollette di luce e gas che scatterà dal 1° ottobre fino a gennaio 2023 (ne abbiamo parlato qui) comporterà l’aggiornamento mensile e non più trimestrale del prezzo del gas per tutti i clienti con utenze domestiche nelle condizioni di tutela.
Dopo aver annunciato la misura e deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, l’Arera ha però parlato di un “autunno drammatico” per quanto riguarda le forniture energetiche, aggiornando le più caute previsioni del premier Mario Draghi di un “autunno complesso”.
L’allarme per l’Arera: gli aumenti in bolletta
In un documento inviato a Governo e Parlamento, l’Autorità per l’energia ha parlato di aumenti senza precedenti, col rischio di default per i fornitori e costi a carico dei clienti. La stangata riguarderà i consumi gas (e di conseguenza dell’elettricità) per il trimestre ottobre-dicembre, per giunta nel periodo caldo dell’insediamento del nuovo Esecutivo.
Il testo paventa letteralmente “variazioni dei costi mai verificatesi prima”, quindi sicuramente superiori ai rincari del 42% registrati nei primi tre mesi del 2022. Una situazione che porterà ad aumenti “di oltre il 100% rispetto al trimestre in corso” e che la proroga degli sconti sugli oneri generali di sistema non riuscirà ad arginare in maniera efficace. Il livello di preoccupazione sale anche per la stabilità dell’intera filiera, oltre che per consumatori e imprese (bollette, bonus elettrico e gas rafforzati nel prossimo trimestre: ecco come ottenerli).
L’aumento del gas: gli scenari
L’Arera ricorda che “l’attuale contesto di guerra ha determinato una situazione congiunturale di forte tensione, a livello nazionale e comunitario, sui mercati dell’energia, in particolare di quello del gas naturale, con prezzi nei mercati all’ingrosso che hanno superato i 200 euro/MWh“. Parliamo di oltre il doppio dei prezzi, già molto elevati, registrati nei mesi precedenti e pari a circa 10 volte i prezzi medi degli ultimi 5 anni.
E se l’autunno appare drammatico, figurarsi l’inverno. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si dice convinto che l’Italia se la caverà senza razionamenti, ma dall’altro lato l’Autorità sottolinea che la “forte incertezza circa la disponibilità effettiva di un’adeguata offerta di gas naturale per il prossimo inverno” comporta “difficoltà a reperire sui mercati all’ingrosso i volumi necessari per soddisfare la domanda, inclusa quella per uso domestico e, per molti clienti finali, a concludere contratti di fornitura per il prossimo anno termico”.
Gli scenari non sono confortanti: si va da “una potenziale crescita dei casi di attivazione del servizio di default trasporto” a “un successivo trasferimento massivo dei clienti finali nei servizi di ultima istanza”, per effetto delle risoluzioni dei contratti di bilanciamento o di distribuzione degli operatori e dell’aumento della morosità.
I consigli di Arera
L’allarme è reale: nel mercato tutelato sono rimasti circa 7,3 milioni di italiani e molti di questi rientrano nelle fasce deboli e a minor reddito. Per loro il raddoppio di tariffe, già oggi al limite della sostenibilità, potrebbe rappresentare il colpo di grazia. L’Arera ha dunque fornito alcuni consigli pratici per i consumatori, da integrare agli aiuti previsti dallo Stato.
Il primo è il più scontato, ma forse il più importante (e discusso): risparmiare energia tra le mura domestiche.
Marco Vignola, responsabile energia per Unione nazionale consumatori, sottolinea inoltre che “chi non ha il contatore elettronico tele-gestito dovrebbe effettuare le auto-letture nei giorni comunicati dal gestore. In questo modo avremo sempre letture reali, non stimate. Oltre al fatto che monitorare i propri consumi è il primo passo per consumare meno”.
Un altro suggerimento è quello di controllare le offerte del mercato libero sul Portale offerte di Arera.
Il piano del Governo
Come fare per scongiurare il peggio? Ad aprile il Governo ha introdotto una norma anti-speculazione che consente all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente di fare riferimento non solo al costo di mercato, ma anche al reale costo di approvvigionamento della materia prima. Lo scopo è bloccare la speculazione finanziaria, più volte denunciata da Cingolani e considerata una della cause dell’aumento del prezzo del gas.
Una delle novità principali riguarda nuovi obblighi di trasparenza a carico dei venditori che, in caso di necessità di ricalcoli di prezzo rispetto a quanto fatturato in precedenza, dovranno non solo informare il contribuente in bolletta, ma anche creare una “sezione sul proprio sito internet per spiegare, in maniera chiara e comprensibile, il motivo del ricalcolo e la modalità di determinazione dei prezzi”.
A fine luglio l’Esecutivo ha illustrato anche la “parte operativa” del suo piano per evitare l’emergenza gas. Si è parlato della riduzione della temperatura di un grado (da 19 gradi invece che a 20) dei riscaldamenti residenziali pubblici e privati per il prossimo inverno (e per gli anni a venire) con la contestuale riduzione di un’ora giornaliera. In questo modo il nostro Paese potrà risparmiare 2,5 miliardi di metri cubi di gas, nel tentativo imperituro di smarcarsi il prima possibile dalle forniture russe, pari a circa 30 miliardi di metri cubi.
Per Cingolani siamo in una botte di ferro, grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas con la stipula di contratti con fornitori come l’Algeria (ma ci conviene davvero comprare il gas da questo Paese?). Da quest’ultima arriverebbero infatti quantità di gas naturale sufficienti a rimpiazzare il taglio delle forniture russe e ad allontanare lo spettro di un’emergenza sistemica. Ma le perplessità dell’ente regolatore non mancano, soprattutto per quanto riguarda la tenuta del settore industriale.
Il piano dell’Europa
L’Arera è però scettica, e non solo per quanto riguarda le intenzioni dei vertici nazionali. Anche l’Unione europea ha escogitato un suo piano comunitario, che prevede la riduzione volontaria dei consumi del 15% (con diverse deroghe). Anche questa misura si rivela però insufficiente ad arginare la crisi energetica. Secondo l’Autorità guidata da Stefano Besseghini, sono “di drammatica urgenza” ulteriori interventi “a livello nazionale e, soprattutto, europeo”.
La “ricetta” dell’Authority prevede il varo di un tetto europeo ai prezzi, che Mario Draghi ha chiesto per mesi ma sul quale ha ottenuto solo rassicurazioni non troppo convinte e convincenti dal Consiglio europeo. Con discussione rimandata all’autunno, quando evidentemente sarà troppo tardi.
L’Arera evidenzia con forza la necessità impellente di “attuare misure volte a ripristinare un equilibrio tra domanda e offerta attraverso, da un lato, la riduzione della domanda su base volontaria da perseguire anche con apposite e indifferibili campagne di comunicazione, come già attuato con buoni risultati in altri Paesi europei e, dall’altro, attraverso l’identificazione di meccanismi per la gestione di interventi di contenimento della domanda in caso di emergenza”.