Bollo dimezzato per 4 milioni di auto d’epoca: scoppia la polemica

Sta destando molta polemica l’agevolazione del bollo auto introdotta dal Governo per le auto d’epoca. Si tratta di un procedimento che coinvolge ben quattro milioni di veicoli e che va in controtendenza con la strategia del Governo di incentivare l’acquisto di veicoli meno inquinanti e di penalizzare quelli a maggiori emissioni.

Nella legge di bilancio 2019 è presente infatti un’importante agevolazione sul bollo per i motoveicoli e gli autoveicoli di interesse storico e collezionistico di età da 20 a 29 anni dalla data di prima immatricolazione.

Il bollo sarà ridotto del 50% indistintamente a tutti questi veicoli a condizione che siano stati riconosciuti di rilevanza storica (tramite il Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica rilasciato da Asi, FMI e Registri di Marca) e che tale riconoscimento sia annotato sulla carta di circolazione.

La procedure per chi vuole ottenere lo sconto consiste nel presentare alla Motorizzazione domanda di aggiornamento della carta di circolazione allegando l’originale e la fotocopia del certificato di rilevanza storica e collezionistica o, nei casi previsti dalla circolare prot. n. 79260 del 4.10.2010, del certificato di iscrizione.

Col rispetto per gli amanti della auto d’epoca che in Italia sono tanti, il paradosso è che da una parte potranno circolare auto molto inquinanti prive dei dispositivi minimi anti-inquinamento e di sicurezza, dall’altra vengono penalizzate alla circolazione vetture non troppo vecchie (come i diesel euro 4), sicuramente meno inquinanti rispetto alle auto ultra ventennali.

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