Si discute di Bologna Città 30, ovvero del piano che impone un limite di velocità di 30 km/h ferreo. Un piano seguito da un sistema di controllo molto attento, che ha portato alle prime multe e all’esplodere delle polemiche.
Il limite dei 30 km/h a Bologna ha generato un rallentamento del traffico considerevole. Ritardi degli autobus e disagi per i taxi, per non parlare delle aziende, le cui consegne sono state inficiate. Per quanto si tenti di rispettare la nuova soglia, il rischio è sempre dietro l’angolo. Il minimo della sanzione prevista è di 29,40 per chi supera il limite fino a 10 km/h, dunque tra i 36 e i 45 km/h. Sanzione che passa a 42 euro, se non pagata entro 5 giorni, così come a 86,50 oltre i 60 giorni.
È giunta una comunicazione da parte del Ministero dei trasporti, seguita da una nota del ministro Salvini.
La nota del ministro Salvini è dura: “Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia d’essere un danno per tutti, a partire da chi lavora“. Salvini non vede benefici proporzionali tra sicurezza e riduzione delle emissioni. Agendo in questo modo “trasdisce lo spirito della norma”, perché non si creano zone 30 ma si trasforma l’intera città.
Il Comune di Bologna avrebbe evidenziato come giustificazione alla manovra: “Necessità di non coprire il cinguettio degli uccellini con il frastuono dei veicoli”.
Salvini si dice pronto al confronto ma le premesse di questo faccia a faccia con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, non sembrano le migliori: ‘Salvini ci dia una mano, invece di diffondere fake news. Modifiche solo se serviranno, ma andiamo avanti perché la Città 30 sta funzionando’.
Il primo cittadino ha di fatto accusato il ministero di voler strumentalizzare la situazione, il che anticipa un duro scontro nei prossimi giorni.
Posizioni nettamente distanti, con il ministero di Trasporti che parla di problemi per i cittadini ben superiori ai benefici per la sicurezza stradale. Il confronto ci sarà ma anche la risposta dell’assessore alla mobilità di Bologna, Valentina Orioli, non lascia immaginare un dialogo sereno con il Mit: ‘Il ministro Salvini dovrebbe approfondire meglio il tema della sicurezza stradale. Il Piano del suo ministero, recependo linee guida internazionali, indica il limite dei 30 km orari come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane’.
Non è da escludere che l’intera vicenda finisca infine nelle aule dei tribunali italiani.