Bologna, Pd spaccato su Bersani. Il partito non segue Donini

 

“Sostengo convintamente Bersani perché gli riconosco il merito di aver cacciato Berlusconi e di essersi preso sulle spalle la responsabilità di aver salvato il nostro Paese dal baratro economico- finanziario sostenendo il governo Monti”. Raffaele Donini, segretario provinciale del Pd della ‘rossa’ Bologna, in ogni intervista che rilascia ai media dichiara amore eterno al segretario nazionale Pierluigi Bersani. Fosse per lui, le primarie nel Partito Democratico, per scegliere il leader, non dovrebbero proprio tenersi. E’ così convinto della vittoria di Bersani che “un indebolimento del segretario nazionale da queste primarie”, come paventato dal politologo Carlo Galli, non lo prende proprio in considerazione. “Le primarie le ha volute Pierluigi e le vincerà, affermando la sua leadership con una grande partecipazione popolare”. Insomma, sembra far capire Donini, per Matteo Renzi e i ‘rottamatori’ la partita sarebbe persa prima di iniziarla poiché il partito vede la vittoria finale a portata di mano. Meglio evitare la spaccatura del Pd alla vigilia delle elezioni e farsi male gratuitamente. Così quella domanda di cambiamento richiesta da una larga fetta dell’elettorato del partito democratico, incarnata non solo dal sindaco di Firenze, per ora può restare chiusa nei cassetti di Largo del Nazareno. Questo amore eterno dichiarato dal segretario provinciale bolognese per PierLuigi Bersani sembrerebbe avere uno scopo ben preciso: essere eletto deputato alle elezioni politiche della prossima primavera. Quindi meglio restare fedele al segretario nazionale ed essere ripagato con uno scranno a Montecitorio. Donini, nonostante si affanni a ribadire la sua voglia di non lasciare Bologna, sembrerebbe che stia lavorando proprio per approdare a Roma e vestire, finalmente, la casacca da deputato. Un piano che diventa sempre più chiaro se si interpreta il suo pensiero quando affronta il tema della scelta dei candidati territoriali. Il segretario provinciale del Pd bolognese caldeggia, infatti, le primarie di territorio per dimostrare agli elettori del suo partito che i suoi colleghi, grazie al porcellum, sono dei semplici ‘nominati’. Insomma ora è giunto il momento di eleggere persone che conoscono le problematiche territoriali e chi meglio di Donini. Il sindaco di Firenze sarà, forse, pure simpatico ma meglio andare sul sicuro. E così proprio da Bologna starebbe per partire quella carica della generazione di quarantenni che, cavalcando però la disciplina del partito, vuole essere una risposta al ricambio generazionale voluto dai rottamatori. Oltre a Donini si fanno i nomi di Andrea De Maria e del vicepresidente della Provincia Giacomo Venturi. Ma non tutto il Pd bolognese sembra essere disposto a seguire la linea pro Bersani fortemente voluta dal segretario provinciale. Il gruppo dei ‘rottamatori’ si va allargando sempre di più e in città in molti sono convinti che ‘l’ordine dei segretari’ non sarà seguito. Alcuni dirigenti di spicco del Pd bolognese sono convinti che la partita in città sia tutta da giocare e il coinvolgimento di nuovi elettori di centro sinistra potrebbe ribaltare un risultato che in molti danno già per acquisito. Tanto che diversi comitati elettorali a supporto del sindaco di Firenze sarebbero già affilando le armi. Aspetterebbero solo il segnale dall’alto per iniziare ad agire in città. E questa è davvero una brutta notizia per Bersani già convinto di una vittoria schiacciante e  senza appello nella sua rossa Bologna. E se il segretario nazionale dovesse partire a singhiozzo proprio dalla città delle Due Torri la strada verso palazzo Chigi diventerebbe molto più tortuosa. 

 

EuBer

 

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