La misura è in bilico, governo impegnato a usare risorse su altre emergenze. Lo riferiscono fonti del Mef.
Col prezzo della benzina che ha raggiunto e superato la soglia psicologica dei 2 euro al litro, nell’agenda politica è entrata nelle ultime settimane l’idea di un bonus per dare una mano ai consumatori. Si è parlato prima di fasce sotto un determinato Isee, poi del progetto di inserire il bonus nell’ambito della carta “dedicata a te”, con uno stanziamento di un centinaio di milioni. Ora però si registra uno stop imposto da palazzo Chigi, che guarda con freddezza all’ipotesi dovendo allocare le (poche) risorse disponibili in diversi ambiti. Non troverebbe riscontro quindi l’annuncio di Adolfo Urso di una misura già nel prossimo Consiglio dei ministri. C’è chi dice che il bonus benzina sarà fatto più avanti, chi invece sostiene che le risorse scarseggiano “e i soldi per tagliare i prezzi della benzina al momento non ci sono“. Fatto sta che il bonus per contrastare la corsa dei prezzi dei carburanti è in bilico e non è detto che andrà in porto. Lo riferiscono fonti del Mef.
La prima ipotesi
Al Mef si è lavorato nei giorni scorsi a una soluzione che tutelasse le fasce più deboli, escludendo dal tavolo un intervento che finisca per calmierare i prezzi per tutti gli automobilisti, indistintamente, sulla scia di quanto già fatto dal governo Draghi. “La coperta è corta, un taglio indistinto delle accise sarebbe allo stato attuale troppo oneroso – spiegavano fonti ministeriali – e il governo deve fare delle scelte. L’urgenza ora è aiutare chi è senza lavoro, chi ha difficoltà anche a fare la spesa o ad arrivare a fine mese”. Dunque l’ipotesi era quella di una differenziazione per fasce Isee.
La carta “Dedicata a te”
Sul piano logistico è emersa l’idea di legare il bonus alla carta “Dedicata a te”, la social card del valore di 382,50 euro destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Questa carta è stata distribuita nelle scorse settimane alle famiglie con almeno tre membri e un ISEE fino a 15 mila euro.
Di certo il governo aveva abbandonando l’idea di un decreto ministeriale per attivare l’accisa mobile, un meccanismo che avrebbe ridotto le imposte sulla benzina in modo proporzionale all’aumento dei prezzi.
Questo sistema, alla fine, avrebbe comportato una riduzione del prezzo finale dei carburanti, ma il taglio sarebbe stato uniforme e avrebbe beneficiato anche i proprietari di veicoli di grandi dimensioni come i SUV. Questa impostazione è stata respinta da Giorgia Meloni, che ha recentemente sottolineato l’importanza di fornire aiuti solo a coloro che si trovano in situazioni di maggiore difficoltà finanziaria. Tuttavia, non è garantito che il gruppo di persone beneficiarie della carta “Dedicata a te” sia perfettamente allineato con questo obiettivo. Oltre alle famiglie che non possiedono un’automobile o altri mezzi di trasporto, verrebbero esclusi anche i pendolari con redditi più elevati ma che comunque utilizzano l’auto per raggiungere il luogo di lavoro.
Il nuovo stop
Stante la necessità di investire circa 100 milioni, ora l’esecutivo sembra nuovamente prudente sull’ipotesi di qualsivoglia forma di bonus benzina. Lo riferiscono fonti del Mef all’Adnkronos: da parte di Palazzo Chigi ci sarebbe “freddezza”, governo impegnato a usare risorse su altre emergenze. C’è chi dice che il bonus benzina sarà fatto più avanti, chi invece sostiene che le risorse scarseggiano “e i soldi per tagliare i prezzi della benzina al momento non ci sono“. Fatto sta che il bonus per contrastare la corsa dei prezzi dei carburanti ‘balla’ e non è detto che andrà in porto.
Non troverebbe riscontro quindi l’annuncio di Adolfo Urso di una misura già nel prossimo Consiglio dei ministri. Se un intervento si farà non sarà in tempi stretti, riferiscono le stesse fonti, e comunque riguarderà solo le fasce più deboli, non un intervento lineare.